Canepa, l’attesa infinita
I sindacati in pressing:
«Fare subito chiarezza»

Torna la tensione dopo l’accordo sugli esuberi. Domani un incontro urgente con i vertici aziendali sul ritardo degli stipendi e sull’uscita di profili chiave

Canepa, troppe voci sul futuro in questa fase: i sindacati chiedono un incontro urgente sull’azienda per avere chiarezza. La data proposta è domani pomeriggio, in assenza di riscontro si valuterà l’opportunità dello stato di agitazione.

La scorsa estate era stato firmato un accordo per la gestione degli esuberi con la società – la cui maggioranza era stata acquisita da DeA Capital Alternative Funds Sgr –, esuberi che dopo la trattativa con i sindacali erano scesi da 129 a 105. In Canepa ci sono 466 lavoratori, molte donne, l’età media è sui 45-50 anni. A settembre, poi l’intesa in Regione sulla cassa integrazione per sette mesi. In questo periodo la vertenza aveva visto a confronto l’ingegner Luca Peli per Canepa e Filctem Cgil Como con Doriano Battistin, Femca Cisl dei Laghi con Armando Costantino e Uiltec Lario con Serena Gargiulo. Con settembre doveva iniziare, oltre alla cassa, la possibilità di uscire volontariamente con l’incentivo massimo. I licenziamenti infatti non avverranno prima di aprile.

Pochi lavoratori potenzialmente interessati dagli esuberi però avrebbero scelto questa chance, mentre – e questa è una delle voci che ha destato preoccupazione – avrebbero lasciato diversi dipendenti dell’ufficio stile e venditori. Figure di alto profilo, che non rischiavano il posto di lavoro, ma che di fronte a offerte da parte di altre aziende hanno accettato l’opportunità di un nuovo impiego altrove. Non si sa ancora quantificare la portata del fenomeno (ieri l’azienda, contattata, non ha fornito risposte), però senz’altro l’alta professionalità di persone simili che lavorano con un’eccellenza come Canepa ha richiamato l’interesse di altre imprese in cerca di profili adeguati. L’altro aspetto riguarda gli stipendi, che sarebbero stati annunciati proprio entro domani (venerdì). Tra i lavoratori c’è molta preoccupazione e i sindacati vogliono vederci chiaro, vista l’atmosfera positiva di confronto che era avvenuta negli scorsi mesi.

In fin dei conti, l’estate è stata certo caratterizzata dalla dolorosa vertenza sugli esuberi, ma il fondo che ha rilevato la quota maggioritaria di Canepa – italiano, e questo aveva portato più tranquillità – aveva tracciato un futuro di rilancio. Di fronte a una riduzione dei costi di 5 milioni prevista dalla società, il piano per far riprendere quota era stato quantificato in 19 milioni. Anzi proprio Luca Belenghi, l’amministratore delegato nominato da DeA Capital Alternative Funds Sgr, ha avuto parole di fiducia dopo la firma sull’intesa per la gestione degli esuberi lo scorso agosto: «Abbiamo un passato leggendario, un presente complesso, ma possiamo avere un futuro radioso».

Bisogna in effetti far risalire un fatturato che era sceso a 85 milioni rispetto ai 106 del 2015. Canepa ha più di mezzo secolo alle spalle e ha due stabilimenti in provincia di Como, San Fermo e Cavallasca. Ha anche una tessitura in Puglia, a Melpignano, dove però non sono stati dichiarati esuberi. Anzi è stato lanciato un progetto di ricerca su tessile e ambiente, cofinanziato dalla Regione. Il 33% è rimasto alla famiglia, come la presidenza che è andata a Elisabetta Canepa.

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