Canton Ticino, freno agli stranieri
Il Consiglio di stato torna alla carica

Il Governo ticinese ha dato un incarico per una proposta di salvaguardia della manodopera svizzera

Passate le elezioni, le acque non si fermano. Anzi.

E in queste ore il Consiglio di Stato ha ribadito la necessità di attuazione del nuovo articolo costituzionale 121a entro febbraio 2017.

Lo annunciano i media svizzeri, Corriere del Ticino in testa.

Secondo il giornale, il Governo avrebbe affidato al professor Michael Ambühl, del Politecnico federale di Zurigo, «il mandato di elaborare la proposta di una clausola di salvaguardia specificamente dedicata al mercato del lavoro ticinese e alla protezione della manodopera indigena». Intanto il Consiglio ha discusso appunto dell’attuazione del nuovo articolo costituzionale 121a, approvato nel referendum del febbraio 2014.

«Il Consiglio di Stato ritiene che la revisione della Legge federale sugli stranieri proposta dal Consiglio federale sia sterile nel caso in cui essa non possa essere accompagnata da una rinegoziazione con l’Unione europea dei contenuti dell’accordo sulla libera circolazione delle persone compatibile con il nuovo articolo costituzionale» è quanto viene affermato.

Insomma, quanto deciso dal referendum va messo in pratica, è il messaggio. E se non andasse in porto un’intesa con l’Unione europea nei tre anni previsti dalla Costituzione (quindi scadono il 9 febbraio 2017), «la Svizzera dovrà passare a una gestione autonoma dell’ammissione di stranieri tramite tetti massimi e contingenti, indipendentemente dalla loro provenienza, e introdurre il principio della preferenza indigena, una decisione che con larga verosimiglianza potrebbe far cadere gli accordi bilaterali tra Svizzera e Ue».

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