Caro energia, accordo pilota alla Mantero. Il venerdì la produzione si ferma

Tessile Solo a settembre e con l’intesa di recuperare le giornate perse. Doppio beneficio: si evita la cassa e l’azienda non perde gli ordini

Un accordo impresa sindacati sulla riorganizzazione dei tempi del lavoro nel mese di settembre ha permesso a Mantero Seta di superare un momento di disequilibrio tra costi energetici e necessità produttive. Si sono temporaneamente organizzati i turni di lavoro in stamperia su 4 giorni a settimana.

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Una formula “pilota” che potrebbe essere estesa anche ad altri casi come temporanea soluzione al paradosso nel quale si trova il sistema moda: a fronte di un numero importante di ordini dovuti all’ottima crescita del mercato del lusso ci sono, a monte, costi energetici che fanno aumentare i prezzi alla produzione.

Si tratta di capire se e in quale misura i grandi brand si renderanno disponibili ad assorbire i rincari dovuti agli aumenti dell’energia.

Nell’attesa dei nuovi accordi sui listini, quella attuata in Mantero Seta è una delle possibili soluzioni per superare il momento, ottimizzare i consumi, stabilire accordi e proseguire in autunno con una prospettiva, si auspica, stabile.

«I fortissimi aumenti dei costi energetici di cui tanto si parla sui giornali e in tv in queste settimane sono chiaramente di grande impatto per una realtà industriale di grandi dimensioni come Mantero Seta, soprattutto in un momento in cui il portafoglio ordini è decisamente superiore allo stesso periodo dello scorso esercizio - è la dichiarazione di Simone Mercuri e Simone Taroni, amministratori delegati - abbiamo pertanto deciso, in accordo con i nostri collaboratori e le organizzazioni sindacali, di utilizzare il mese di settembre per ridefinire modalità operative coerenti con questo difficile contesto con tutti i nostri partner, clienti e fornitori. Per questo motivo abbiamo condiviso, per il solo mese di settembre, di equilibrare le necessità produttive e di contenimento dei costi organizzando i turni di lavoro in stamperia su 4 giorni a settimana. I positivi riscontri delle prime due settimane, unitamente alle azioni di efficientamento energetico in corso, ci consentono già di pianificare i prossimi mesi a pieno regime produttivo e con maggiore ottimismo».

Il lavoro non manca e quindi le rappresentanze sindacali hanno ritenuto opportuno concordare una flessibilità temporanea in attesa di nuovi accordi sui prezzi e di una ottimizzazione dei consumi energetici.

La trattativa

Hanno accompagnato la trattativa Sandro Estelli, Filctem Cgil di Como, e Carlotta Schirripa, Femca Cisl dei Laghi, che commentano: «produrre con gli attuali prezzi elevanti di energia ridurrebbe di molto i margini. Per questo, in attesa che l’azienda trovi modo di risolvere con nuovi accordi con i clienti, si è firmata una formula di flessibilità temporanea. La mancata produzione si recupererà più avanti, nel frattempo l’azienda può ricontrattare i prezzi dei listini con i grandi brand della moda che, in questo momento, come tutto il comparto del lusso, stanno avendo ottimi risultati di vendite e registrano utili altissimi. Confidiamo quindi che sostengano le imprese, i loro fornitori, in un momento così difficile. Per noi ora l’obiettivo è tenere aperte le fabbriche e, in generale, riteniamo sia un errore pensare di ricorrere a una Cig per la crisi energetica quando il lavoro c’è. Si finirebbe per far pagare il costo dell’energia ai lavoratori prima con gli aumenti che avranno sulla loro bolletta e poi ancora con la diminuzione del loro salario. Inoltre - aggiungono - rinunciare a produrre con un mercato tornato a chiedere metri significa rischiare che i clienti si indirizzino altrove e trasformare una crisi energetica in crisi strutturale». M. Gis.

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