Cassa integrazione in crescita
Il sindacato: «È ora di investire»

A giugno la Cig ha fatto segnare un’impennata del 176% rispetto allo scorso anno. È il tessile a soffrire, va meglio il metalmeccanico. «Sostenere la domanda interna»

La cassa integrazione rialza la testa a Como a giugno: è cresciuta del 176% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Ma paragonando i due semestri (2016 e 2017) c’è un rallentamento, del 50% nel Comasco e del 68% nel Lecchese.

È la cassa ordinaria a restare con il “più” (32,9%) anche in quest’analisi temporale, una tendenza legata soprattutto al tessile, ma che non significa un allarme di per sé: non è dovuta cioè a ristrutturazioni e casi pesanti di crisi.

Piuttosto, al panorama incerto che caratterizza il distretto, da tempo alle prese con un altalenarsi di situazioni: dal rallentamento di ordini si passa alle richieste improvvise. Per cui il comparto chiede più spesso appunto la cassa ordinaria, per prudenza, pronto a sospenderla se bussa il mercato.

Il sesto rapporto sulla cassa integrazione a Como e Lecco, elaborato dalla Uil del Lario, evidenzia anche una distanza tra le due province. In terra comasca, la cassa ordinaria è aumentata del 588,9%, mentre nel lecchese è salita del 340,2% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Offre più sollievo il raffronto sul semestre: a Como la Cig ordinaria ha registrato un +32,9%, a Lecco è diminuita del 61,2% (in Lombardia -36,3% e in Italia - 28,1%). «La differenza – conferma il segretario della Uil del Lario Salvatore Monteduro - è ancora il settore tessile, che ha visto incrementare la richiesta di ore di cassa integrazione ordinaria nel primo semestre di quest’anno del 112,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È, invece, positiva la situazione del settore metalmeccanico a Lecco, dove la cassa integrazione totale diminuisce nel primo semestre di quest’anno del 65,3% rispetto al medesimo lasso di tempo del 2016». Da notare, esaminando i diversi settori, come anche l’edilizia abbia contenuto le perdite su questo fronte: a Como paragonando i due semestri, è scesa del 18%, a Lecco addirittura dell’88%. In totale, i lavoratori coinvolti nella cassa a Como sono 2.435, nel Lecchese 881.

Il sindacato chiede di «sostenere la domanda interna con politiche economiche espansive». Di non dipendere insomma in gran parte dal mercato estero.

Nelle scorse settimane un appello a preservare la filiera era partito dal Distretto tessile lariano, prima in occasione della presentazione del bilancio di Sistema Moda Italia, poi di Milano Unica. Andrea Taborelli, presidente della filiera in Unindustria Como, aveva ribadito che la fase restava delicata almeno per le aziende a monte, specificando: «Per noi questa prima parte del 2017 non è un gran momento. Certo, non è il 2009, il 2008, gli anni in cui è esplosa la crisi, ma si fa fatica». Radiografia confermata nelle piccole imprese attraverso il presidente di Confartigianato Moda Lorenzo Frigerio. Ma le speranze del settore si concentrano sul finale dell’anno.

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