Cessione dei crediti bloccata. «Le imprese dell’edilizia in pericolo default»

EdiliziaCna rilancia l’allarme e chiede contromisure. Il mercato tira ma il sistema è arrivato alla paralisi. Il presidente Pasquale Diodato: «In Lombardia hanno chiuso 1.200 attività»

Non solo non si è risolto da sei mesi a questa parte il problema dei crediti fiscali che le imprese dell’edilizia hanno accumulato facendo lo sconto in fattura ai loro clienti, ma il problema è cresciuto e si è amplificato. Con un totale di 5 miliardi di euro bloccati nei cassetti fiscali, ci sono imprese ricche per l’Agenzia delle Entrate, ma di fatto a rischio chiusura. In più il sistema si è attirato l’interesse di speculatori a tassi da usura. Se prima i crediti del superbonus 110% venivano comprati in media al 102%, ora si arriva anche all’85%.

E non è neanche il Superbonus il principale imputato: la maggior parte dei crediti bloccati riguardano i bonus facciate e quelli al 50%.

Nel quadro, tra istituzioni che rivedono le regole e cantieri sospesi, il convitato di pietra sono le banche che, raggiunti i loro budget di investimento, ottenuti i notevoli vantaggi di partecipazione al sistema dei bonus e nonostante rassicurazioni sul ruolo e i fattori di rischio, hanno chiuso la possibilità di assumersi il credito delle imprese, interrompendo un meccanismo che è in equilibrio se è circolare.

«Sono già oltre 1.200 le imprese che in Lombardia quest’anno hanno chiuso e in gran parte proprio a seguito del sistema dei bonus fiscali – commenta Pasquale Diodato, presidente di Cna Lario e Brianza – e le prospettive ci dicono che potranno essere ancora di più se non si permette che rientrino dei costi sostenuti attraverso il sistema dei bonus ristrutturazioni e della cessione del credito. Anche nel nostro territorio ci sono aziende fortemente in crisi che a fine anno, senza prospettive e alternative, rischiano davvero di non riuscire ad andare avanti» e questo accade mentre il mercato, pur in rallentamento, continua ad avere una forte richiesta di interventi per l’efficientamento energetico.

In Italia oggi sono quasi 50mila le imprese in difficoltà sulla cessione dei bonus edilizi, i crediti accumulati nei cassetti fiscali e non monetizzati hanno raggiunto i 5 miliardi di euro, il doppio rispetto alla scorsa primavera.

Nel paradosso la beffa: la richiesta delle aziende di poter andare in compensazione con quei crediti sulle tasse è in attesa di risposta. L’allarme di Cna sottolinea anche come la crescente indisponibilità all’acquisto da parte degli intermediari tradizionali stia lasciando spazio soggetti che speculano sull’attuale situazione delle imprese. Oltre la metà delle aziende in difficoltà ha ricevuto offerte di acquisto da parte di soggetti diversi dagli intermediari finanziari e soltanto nell’8% dei casi le condizioni erano in linea con le attese mentre nel 42% erano molto penalizzanti.

I crediti dei bonus sono al centro del dibattito parlamentare con emendamenti al decreto Aiuti quater, in discussione al Senato, e anche alla manovra. Da questa paralisi della cessione dei crediti fiscali derivano conseguenze a catena. Oltre la metà del campione della ricerca di Cna dichiara ritardi nei pagamenti dei fornitori, sei imprese su 10 considerano la sospensione dei cantieri in corso e l’86% afferma che non ne aprirà di nuovi. Solo il 7% delle imprese che ha difficoltà con i crediti fiscali si dice disponibile a riconoscere ancora lo sconto in fattura in futuro.

Si potrebbe pensare che tutto questo faccia piazza pulita delle micro imprese che, nate sull’onda dei bonus, si sono improvvisate. Invece accade il contrario. «Le imprese più esposte sono quelle che hanno fatto lo sconto in fattura, quindi le più strutturate per poterlo fare - spiega il presidente – che potevano contare su un sistema bancario e sulle loro garanzie per dimensioni e competenza. Proprio queste ora rischiano davvero di chiudere. Mentre le banche aspettano di capire cosa accadrà con la nuova legge di bilancio».

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