Como è al vertice della classifica lombarda per l’export di pesce lavorato e conservato. Un dato sorprendente, che mette in luce un comparto produttivo poco conosciuto ma in grande salute. Dalla Lombardia parte oltre un terzo dell’export italiano (35,8%) per un valore che nei primi tre mesi del 2015 raggiunge quasi i 33 milioni di euro. Il pesce lavorato e conservato parte soprattutto da Como: 84,7% del totale regionale, pari a quasi 28 milioni di euro, con un aumento del 25,8% rispetto all’anno scorso. Seguono Brescia (5,2%), Milano (2,2%) e Lodi (1,6%). Nel 2015 i principali Paesi di destinazione sono Germania e Grecia (11,2% del totale verso il mondo), seguiti da Austria (+13%), Svizzera e Arabia Saudita.
E sono oltre 1.400 le imprese ittiche, tra produzione e commercio di pesce fresco e conservato, attive in Lombardia nel 2015, una su venti in Italia, +3,5% in un anno. Il maggior numero di attività sono a Milano, Brescia, Varese e Bergamo. A Como le imprese attive nel settore sono 70, la maggior parte (33) operative nel settore pesca e acquacoltura, mentre le altre si occupano di commercio all’ingrosso (18), commercio al dettaglio ambulante (10), commercio al dettaglio di esercizi specializzati (5), lavorazione e conservazione (3) e rappresentanza di commercio (1). I dati emergono da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat e registro imprese al primo trimestre 2015 e 2014.
Da dove arriva il pesce sulle tavole lombarde? Soprattutto dalla Spagna, per un import di circa 56 milioni di euro in tre mesi. In forte crescita l’Indonesia, seguono Paesi Bassi, Thailandia, Ecuador e Danimarca.
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