Consigliere svizzero fa outing
«Spesa in Italia,
i prezzi sono più bassi»

A Lugano fanno discutere le parole di un consigliere della Lega dei Ticinesi

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«Mi si accusa di fare la spesa in Italia. O meglio mi viene contestato il fatto che un consigliere comunale leghista di Lugano faccia la spesa nel vostro Paese. Credo che a volte serva davvero fare outing per essere onesti coi cittadini e, nel caso, trovare una soluzione ai problemi». Così a “La Provincia”, Omar Wicht , consigliere comunale a Lugano in quota Lega dei Ticinesi. Le sue dichiarazioni via social nei giorni scorsi hanno aperto un autentico “caso” non solo nella cittadina del Ceresio, ma in un po’ tutto il Ticino. In buona sostanza, Omar Witch ha fatto notare come «spesso si punta il dito contro quei ticinesi che vanno a fare la spesa in Italia». In realtà, ha aggiunto il consigliere comunale che milita nel partito fondato da Giuliano “Nano” Bignasca «fare la spesa in Italia, oltre ad essere estremamente vantaggioso, è anche una risposta parallela al nostro sistema ticinese».

«Se si ha una famiglia e si hanno dei figli da sfamare è inevitabile», ha aggiunto Omar Wicht. Dichiarazioni con ampia enfasi riportate da tio.ch che hanno dato il là ad una lunga serie di commenti e prese di posizione. Un sondaggio pubblicato lo scorso gennaio aveva rilevato come fosse consuetudine per un ticinese su due fare la spesa al di qua del confine, con carne, frutta e verdura quali prodotti più ambiti. E in un supermercato della provincia di Varese anche la presidente uscente Doris Leuthard era stata pizzicata con tanto di carrello al seguito. «Molta gente in questi giorni si è schierata dalla mia parte - conferma ancora, a “La Provincia”, Omar Wicht -. Le mie sono riflessioni dettate dall’onestà di chi conosce la realtà in cui vive». Di sicuro il fatto di militare in un partito che ha fatto delle proposte anti-frontalieri un suo status ha pesato su queste dichiarazioni, legate ad un tema particolarmente sentito in Canton Ticino e in generale nei Cantoni di confine.

Il cuore del ragionamento di Omar Wicht sta nei numeri: «Con 120 euro fai la spesa per 10 giorni. In Ticino non è così. Costa tutto tre volte tanto». E così a tanti ticinesi - “a malincuore”, sottolinea il consigliere comunale luganese - non resta che oltrepassare la linea di confine per la spesa settimanale. «Ne farei a meno - aggiunge Omar Wicht -. In questo momento non è possibile». E così, a pochi mesi dalle elezioni cantonali, torna in auge un argomento che tocca direttamente i rapporti di confine. Già perché dopo i “frontalieri al contrario” - con un altro consigliere comunale luganese, Giovanni Albertini, in quota Ppd, che aveva dichiarato senza mezzi termini «Continuerò a lavorare a Lugano, ma andrò ad abitare in Italia» - ora tocca (di nuovo) ai “pendolari della spesa”, con la politica direttamente coinvolta. «Io vado avanti per la mia strada, cercando in questa “piccola rivoluzione” di muovere le acque - conclude il consigliere comunale della Lega dei Ticinesi -. L’obiettivo è che tutti i cittadini possano vivere in modo dignitoso».

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