Economia
Mercoledì 06 Maggio 2020
Coronavirus, le imprese
Ecobonus raddoppiato
«Dà una speranza»
Dal 65% di detrazione al 110 o al 120%. La misura annunciata dal ministro Patuanelli convince. Molteni (Ance): ora percorsi burocratici chiari e semplici
Ecobonus al 110 o 120%? Un quasi raddoppio rispetto alla detrazione attuale, che porta una ventata di speranza all’edilizia. Quest’ultima è un mondo che si è rimesso in moto in gran parte lunedì scorso a Como, Lecco e Sondrio dopo il lockdown e che deve vedersela con tutte le incertezze del momento.
A che cosa serve
Ecco perché le aziende delle tre province accolgono con favore l’annuncio di un innalzamento delle detrazioni, da parte del ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli in vista del nuovo decreto sulle misure anticoronavirus.
A un patto, anzi due, precisano le imprese. Perché il primo è naturalmente che dall’annuncio si passi in fretta alla chance concreta sul piatto. L’altro non è meno importante: il tutto dev’essere chiaro e facilitare la ripresa del mercato, non contribuire a frenarla con norme ingarbugliate e tutte da interpretare. Dunque è atteso il rafforzamento di ecobonus e sismabonus nel nuovo decreto. Attualmente si parte dal 65% di detrazione, più tutto il discorso – decisivo e complesso – dei condomini per cui si può arrivare al 70% o 75%. Un capitolo a sé il bonus facciate, al 90%, nel pacchetto casa che era stato varato a suo tempo.
Adesso però si fa strada questa opportunità, un ecobonus fino al 120%. «Che sarebbe una buona leva indubbiamente – commenta Francesco Molteni, presidente di Ance Como – Ottima anzi se accompagnata da percorsi burocratici chiari e semplici. Solo a queste condizioni di semplicità può essere applicata da subito e quindi rappresenterebbe un incentivo per poter lavorare». Molteni quindi mette una serie di paletti che riassume ancora così: «Ridurre gli anni di defiscalizzazione, cinque anni ma anche meno. Poi stabilizzare l’incentivo per i prossimi anni. E accompagnare appunto questo percorso con la chiarezza».
Il direttore di Ance Lecco Sondrio Paolo Cavallier ribadisce questo punto: «Anche se parliamo di percentuali importanti, poi bisogna pensare a un sistema che funzioni. Oggi c’è una normativa molto complessa». Perché già esiste una convenienza: «Abbiamo dimostrato con i nostri studi che in un condominio si riescono a rifare tetto, impianto e cappotto con un costo tendente allo zero. Anzi, in dieci anni rimane anche qualcosa in tasca. Per l’ecobonus abbiamo un accordo con Acsm Agam e si riducono davvero i costi». Ma la convenienza, pur cruciale, non basta, perché serve la limpidezza delle norme, invocata da tutti e confermata da Cavallier: «Se aumentiamo le percentuali e semplifichiamo, diamo fiato alle imprese e facciamo ripartire un processo di sistemazione delle città. Questa è la green economy».
La speranza dei piccoli
Ci sperano, moltissimo, anche i piccoli. Virgilio Fagioli, presidente di Confartigianato Costruzioni Lombardia, lo considera «un bel segnale, una spinta alla spesa importante e anche una presa in considerazione del nostro settore, prezioso in un momento così difficile». C’è attenzione all’espressione “sconto in fattura”, che spaventa un po’: «Mica che si agevolino sempre le grosse aziende». Ma in generale l’impressione manifestata dagli artigiani a questo annuncio è buona. Tanto più alla luce dei mesi disastrosi alle spalle, con un fermo cantieri appesantito dai ritardi dei pagamenti. Insomma, diventi presto realtà questo ecobonus maggiorato.
«Aprile è finito come iniziato – osserva Fagioli – Praticamente a zero. E andare a chiedere i soldi alla gente non è facile di questi tempi. Adesso siamo ripartiti con i cantieri, finendo prima di tutto quelli già avviati. Speriamo che tutto vada bene, perché se ci fermiamo un’altra volta non si risale più».
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