Economia / Como città
Martedì 28 Aprile 2020
Coronavirus, negozi moda
«Sanificare i vestiti?
Basta fake news»
Ripartenza il 18 maggio. Marco Cassina:«Speravamo prima, ora serve fare chiarezza sulle norme»
«Il 18 maggio? La data ci ha colto tutti di sorpresa, speravamo in lunedì 4 e credevamo che, al massimo, la riapertura sarebbe slittata all’11: già la ripresa sarà molto lenta, più si aspetta più servirà tempo perché le persone riacquistino confidenza per frequentare i negozi e perché ci si adatti alle nuove misure». È deluso dal calendario delle riaperture Marco Cassina, titolare del negozio di abbigliamento Peter Ci di piazza Duomo a Como e presidente della Federazione Moda Italia Como di Confcommercio.
In effetti, lo studio dell’Inail che ha analizzato tutti i settori economici aveva collocato il commercio al dettaglio tra le attività con “rischio basso” per quanto riguarda la diffusione del contagio. «Non sto certo parlando dei grandi centri commerciali – prosegue Cassina – ma, per i piccoli negozi, pensavamo che fosse possibile riaprire prima, naturalmente con tutti i necessari accorgimenti per quanto riguarda la sicurezza». E, a questo proposito, Cassina evidenzia come ci siano «grande confusione e anche disinformazione». Secondo l’imprenditore comasco, infatti, «è necessario attenersi solo a quanto scritto nei decreti, ossia a quelle norme che ormai conoscono tutti molto bene: la distanza di sicurezza, il gel disinfettante per le mani all’ingresso ed alla cassa, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e la sanificazione dei locali fatta con i prodotti corretti ma non necessariamente demandata a società esterne». Anzi, il rappresentante di Confcommercio afferma che, su questo punto, è importante evitare speculazioni: «I decreti non parlano di certificazioni né di macchinari da acquistare: siamo inondati da proposte di vario genere in questo periodo, ma credo sia importante attenersi alle norme che ci vengono date».
Un esempio di “fake news”, secondo Cassina, è quello relativo alla sanificazione degli abiti dopo averli provati: «Si tratta di un’informazione priva di fondamento, che non è scritta in nessun decreto, tanto che nei negozi per bambini, che sono già aperti, non è stata mai attuata».
I negozi si stanno quindi preparando per la “Fase 2”, anche se c’è grande incertezza sullo scenario che attende il settore. «Sappiamo che ci vorrà tempo – afferma ancora Cassina – e credo che, per un certo periodo, saremo chiamati a rimodulare turni e orari di lavoro: per questo sarebbe stato importante ripartire già in questi giorni, iniziando subito a vivere il rilancio di un settore che sta pagando un conto pesantissimo a questa emergenza ed alle sue conseguenze».
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