Economia / Como città
Sabato 13 Agosto 2022
Cresce il divario salariale. In Svizzera agli operai 143 volte meno rispetto al manager
Il sindacato Unia ha monitorato gli stipendi nelle 43 maggiori imprese svizzere
Nel pieno del dibattito sull’opportunità o meglio sulla pressante necessità di dar corso ad aumenti salariali pari al 3% (una richiesta in tal senso è stata ufficializzata da Travail.Suisse), ieri il sindacato Unia ha ufficializzato un dettagliato report in cui viene evidenziato il fatto che «nel 2021 la forbice salariare ha raggiunto un rapporto di 1:141». «Questo perché i bassi salari hanno segnato il passo e le retribuzioni dei manager sono aumentate - scrive Unia -. Nel contempo, le imprese hanno distribuito agli azionisti 82 miliardi di franchi. Il rincaro rafforza le disparità perché nella vita quotidiana a soffrirne sono soprattutto i redditi bassi e medi». Per diretta conseguenza, gli aumenti salariali sono «lo strumento più efficace per combattere contro l’incremento della disuguaglianza».
Nel dettaglio, il report di Unia ha messo nero su bianco che in media, nelle 43 maggiori imprese svizzere, il salario più alto è stato 141 volte superiore a quello più basso. «Nel 2020 il rapporto era di 1:136. La maggiore disparità salariale è stata registrata alla Roche. Lì, un/una dipendente con il salario più basso possibile dovrebbe lavorare 307 anni per guadagnare lo stipendio annuo del Ceo, Severin Schwan - si legge -. Il classico argomento, secondo il quale le imprese non possono permettersi aumenti salariali generali, non è plausibile visti gli 82 miliardi distribuiti all’azionariato».
Da segnalare anche un altro aspetto e cioè che «nel 50% delle imprese esaminate i salari più bassi erano inferiori a 50.712 franchi all’anno. Con tredici mensilità, si tratta di 3.900 franchi. Questo li ha posti ben al di sotto della soglia dei salari bassi, che in Svizzera è di 53.320 franchi. Ciò rispecchia una generale evoluzione in Svizzera. I salari reali del 10% più basso in Svizzera sono aumentati tra il 2016 e il 2020 solo dello 0,5%. Le retribuzioni dei top manager persino del 12%».
Da qui la (nuova) richiesta di un ritocco al rialzo degli stipendi. Argomento questo destinato inevitabilmente anche a tenere banco nell’imminente campagna elettorale sia per le elezioni cantonali che per le elezioni federali, tenendo conto anche dei livelli record raggiunti dall’inflazione oltreconfine, a cominciare dal Canton Ticino, che - lo ricordiamo - ha registrato il maggior incremento dei prezzi per i beni di uso quotidiano (+6,4%).
«Aumenti salariali generali sono a breve termine il mezzo più efficace per ridurre la disparità e migliorare i salari bassi - la chiosa di Unia -. Diventano urgenti in seguito alla minacciosa perdita di potere d’acquisto dovuta al forte rincaro e al rischio, quest’anno, di aumento dei premi delle casse malati». M. Pal.
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