Crisi Giardina, scatta da lunedì
la cassa integrazione per 210 operai

Accordo raggiunto per ottenere la cassa integrazioe straordinaria per i 210 dipendenti lasciati senza posto di lavoro dalla Giardina di Figino Serenza. Con l'azienda raggiunto anche l'intesa per un primo anticipo degli stipendi non pagati di febbario e marzo.

s.casiraghi

Partirà lunedì la cassa integrazione straordinaria per i 210 dipendenti della Giardina di Figino Serenza e durerà 12 mesi. Ora si attende solo il via libera della Regione, via libera fondamentale anche per poter richiedere alle banche del territorio l’anticipo dell’assegno. L’accordo è stato raggiunto ieri fra azienda e sindacato ed è arrivato dopo la decisione dell’azienda di procedere alla messa in liquidazione e alla presentazione dell’istanza per il concordato preventivo. La novità è stata cpomunicata ieri durante una nuova assemblea dei lavoratori, riuniti per capire quali novità ci fossero anche sul loro destino oltre che sl futuro dell’azienda. «La richiesta degli ammortizzatori sociali, per un anno - ha spiegato Lorenza Auguadra, della segreteria Fim Cisl - è necessaria per garantire le retribuzioni ai dipendenti dell’azienda». I lavoratori infatti sono rimasti senza retribuzione e l’accordo sulla Cig straordinaria consente di richiedere l’anticipo dell’assegno alle otto banche che hanno sottoscritto il protocollo con Cgil, Cisl e Uil e Amministrazione Provinciale. L’anticipo non potrà superare nove mensilità, con un tetto complessivo non superiore ai 6.300 euro. È inoltre stato raggiunto l’accordo, tra sindacato e azienda sulle retribuzioni ancora non corrisposte, febbraio e marzo. «Sarà corrisposta una cifra, a titolo di acconto, per lo stipendio di febbraio e marzo». Sul fronte aziendale, invece, affinchè il Tribunale accolga l’istanza di ammissione al concordato preventivo, l’azienda dovrà fornire adeguate garanzie, l’ammissione al concordato preventivo, l’azienda dovrà fornire precise credenziali circa la situazione patrimoniale, per garantire il pagamento dei fornitori, e fornire un resoconto dettagliato di debiti e crediti. Per salvare l’azienda dalla chiusura l’unica possibilità è che si faccia avanti qualche coraggioso investitore, c mediante la cessione del ramo d’azienda.

Economia

Venerdì 03 Aprile 2009

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