Economia / Como città
Venerdì 07 Giugno 2013
Frontalieri, tre province alleate
Oggi la Commissione regionale speciale sulla Svizzera: Como in audizione con Sondrio e Varese
Frangi: «Terra che attrae le aziende, ma è preziosa. Il Pirellone può aiutarci sulla burocrazia»
La voce di Como, quella delle province alleate. Così inizia la partita per un rapporto più solido e costruttivo (ma anche a pari dignità) con la Svizzera. Sul fronte regionale, con la Commissione che si riunisce oggi. Ma anche su quello camerale, perché i tre enti stanno vivendo una profonda convergenza.
Aspetto, quest’ultimo, sottolineato dal presidente del tavolo per la sostenibilità e lo sviluppo di Como, Mauro Frangi.
L’ora x del confronto a Milano scatterà invece oggi alle 15, con l’audizione di vertici delle Province di Como, Sondrio e Varese. Tema caldissimo, quello dei frontalieri: il temuto blocco dei ristorni, per fare un esempio, non è avvenuto in questi giorni, ma il problema è solo rinviato a dopo l’estate, quando la Svizzera avrà in mano un’analisi più completa.
Ma anche questioni più a lungo termine come la zona franca della burocrazia. Chiesta proprio dal tavolo lariano direttamente al governatore Roberto Maroni.
Fronte comuneAspettando il riscontro, Como si è mossa per fare fronte comune, perché Sondrio e Varese hanno esigenze e problematiche simili: «Come era stato chiesto da quella riunione - osserva Frangi - Stiamo verificando con le due Camera di commercio la disponibilità della Regione a un tavolo su questo tema».
Il confrontoIl confronto va avanti insomma, a testimonianza di come non si voglia perdere un minuto.
«Tenendo sempre presente cos’è la Svizzera per noi - insiste Frangi - Un dato di ambivalenza va evidenziato, per così dre. Da una parte soffriamo la competitività di un territorio più capace di attrarre, ma c’è un aspetto positivo, la presenza dei frontalieri che lì trovano lavoro».
Ed è proprio il frontalierato che dev’essere l’argomento prioritario da affrontare in queste ore, è il parere del professor Enrico Lironi, che bene conosce la problematica. «La zona franca - premette - è importante, ma di medio, lungo termine. Credo che si debba lavorare con intensità su questo terreno. Ma nel breve periodo vanno allacciati rapporti stretti per affrontare le tematiche che regolamentano i rapporti sul frontalierato».
Lironi invita «a non lasciarci prendere dallo sconforto per qualche manifesto o grido, perché in Svizzera riconoscono la nostra importanza, come ho avuto modo anche recentemente di sentir dire da autorità camerali»
Ma fondamentale è la reciprocità: «Teniamo presente che le aziende italiane vanno e vengono ormai proprio come i frontalieri. Svizzera e Italia devono integrarsi, così si frenerebbe la fuga completa». n
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