Gentium, eccellenza del biotech
Così nascono farmaci salvavita

Luca Marchetti, ad dell’azienda comasca dove nasce Defitelio, farmaco salvavita a base di defibrotide. «Mai pensato di lasciare l’Italia. Il valore aggiunto sono i nostri collaboratori. Vogliamo crescere con i giovani»

Le radici saldamente ancorate al territorio comasco, il presente con esportazioni negli Stati Uniti, in Israele, Unione europea, Corea e Australia e un futuro imminente che prevede lo sbarco in Giappone e Brasile. Si parte da Villa Guardia e si arriva praticamente in ogni angolo del mondo: la storia di Gentium, azienda farmaceutica nata nel 2001 e ora parte della multinazionale irlandese Jazz Pharmaceuticals, è un misto di ricerca e sviluppo, di scommesse – tutto cominciò come uno spin off negli anni Novanta del Gruppo Crinos – e di investimenti.

«Nel 2018 – afferma il general manager Luca Marchetti – il gruppo ha investito tre milioni di euro sul sito di Villa Guardia; quest’anno la cifra a bilancio è aumentata di ulteriori 700mila euro. Se fin qui siamo stati protagonisti nelle aree terapeutiche ematologiche, oncologiche e dello “sleep”, quelle cioè riguardanti la narcolessia e tutti i problemi del sonno, in futuro vorremmo esplorare nuovi rami e studiare molecole diverse. L’obiettivo di Jazz è raddoppiare la propria dimensione nell’arco di cinque anni».

Già ora il gruppo conta un fatturato vicino ai due miliardi di dollari e il sito di Villa Guardia – apparentemente un’azienda quasi familiare, con una settantina di dipendenti che si conoscono tutti tra loro – ne rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello. Qui, infatti, nasce il Defitelio, un farmaco che contrasta le malattie veno occlusive epatiche gravi e che nel mondo ha salvato la vita a molti pazienti sottoposti a trattamenti oncologici.

La fortuna di Gentium è strettamente legata a questo prodotto: sin dagli inizi una grande attenzione era stata dedicata allo sviluppo dei possibili impieghi terapeutici del defibrotide, principio attivo che ne sta alla base; nel 2006 arrivò la quotazione della società al Nasdaq e nel 2013 l’autorizzazione a commerciare il Defitelio in tutta l’Unione europea. Per avervi accesso, dodici mesi più tardi, Jazz acquisì l’intera azienda sborsando un miliardo di dollari.

Se all’epoca si disse che tale cambio di gestione sarebbe stato un bene per gli azionisti ma probabilmente non per il sistema Paese, perché non ci sarebbe stato valore aggiunto in termini di sviluppo industriale, di competitività e di occupazione qualificata, a cinque anni di distanza la realtà è molto diversa dalle previsioni nere. «Vogliamo crescere – ha concluso Marchetti – anche come numero di dipendenti. Stiamo cercando di migliorare la collaborazione con il mondo universitario proprio per prendere sotto la nostra guida tecnica ragazzi che rendano i processi di Gentium ancora più competitivi. Andare via dall’Italia? Non ci abbiamo mai pensato. Un po’ perché siamo una realtà industriale con un’impiantistica pesante e importante, che rende impossibile prendere tutto e spostarsi da un’altra parte, un po’ perché crediamo che le persone che lavorano qui siano un vero valore aggiunto. I nostri dipendenti condividono a pieno i valori dell’azienda e noi cerchiamo di creare per loro un luogo in cui si possano trovare bene, uno spazio piacevole e in cui siano contenti di venire. Intendiamoci, i risultati economici sono importanti e qui naturalmente ci sono, ma credo che il vero segreto sia un giusto bilanciamento tra efficienza, guadagno e benessere ambientale. Solo così si crea un circolo virtuoso che spinge le persone a voler rimanere e a contribuire al successo di tutto il gruppo. Abbiamo un team giovane molto motivato, quasi tutti vivono nel comasco. Siamo orgogliosi di lavorare in questo territorio e di investire qui».

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