Economia / Como città
Martedì 23 Giugno 2015
Como, gli artigiani al Comune
«Ora un colpo di reni»
All’assemblea provinciale il monito di Confartigianato. Anche al governo Renzi: «Per uscire dalla crisi basta proclami»
Vietato stroncare i germogli. L’aveva detto nei giorni scorsi il presidente di Confartigianato Marco Galimberti. E ieri all’assemblea provinciale l’ha ribadito: settemila imprese in provincia che lottano per stare a galla e che chiedono un segnale, dalla classe politica nazionale come da quella locale. Al Comune in particolare, «un colpo di reni, anche in zona Cesarini».
Il grido è risuonato ieri all’assemblea provinciale di Confartigianato allo Sheraton Hotel Lake Como. Dove si è sottolineato lo sforzo dei piccoli imprenditori comaschi (che danno lavoro a 15mila persone), nel portare avanti al tradizione come nel correre avanti aggiornandosi. Inventandosi sempre, come ha rimarcato negli interventi iniziali delle autorità il prefetto Bruno Corda. Difatti il presidente Marco Galimberti ha rivendicato a più riprese l’impegno dei piccoli imprenditori comaschi su questo fronte.
Come gli ostacoli che incontrano. Da Roma? Sì certo: «Vorrei sottolineare che gli unici trend in crescita che abbiamo avuto in Italia in questi anni sono stati quelli della pressione fiscale per le imprese, e della disoccupazione generale e giovanile in particolare». E Galimberti ha rincarato la dose con il Governo Renzi: «Da un anno e quattro mesi dal suo insediamento, i proclami hanno superato di gran lunga i reali effetti della sua politica».
Ma l’appello è vigoroso pure rivolto a Como. Perché un territorio che risolve i suoi nodi, lavora anche per e con le sue aziende.
A livello provinciale le infrastrutture sono un’emergenza. Ma concentrandosi sulla città, risposte vengono invocate su temi come le paratie, la Ticosa, le aree dismesse, il campus universitario.
«Ringrazio anche il sindaco di Como, Mario Lucini sempre attento alle nostre attività - ha osservato Galimberti - Sappiamo tutti della difficile eredità acquisita dalla sua amministrazione e dell’enormità degli scogli da superare». Ora serve altro, tuttavia: «Tre anni però sono già trascorsi e pur apprezzando tutti gli sforzi, suoi personali e della giunta comunale, vorremmo poter finalmente plaudire alla conclusione di uno dei tanti nodi che si sono arrestati nel pettine della farraginosità politica e nella mancanza di volontà dei signori “no no no” a voler affrontare i problemi scaricando la responsabilità ad altri».
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