Economia / Como città
Venerdì 07 Giugno 2013
I consiglieri: «Si deve mediare
O troppi posti sono a rischio»
Già sindaco di Argegno, il consigliere regionale Francesco Dotti (Fratelli d’Italia) ne è il vicepresidente: «Fondamentale è salvaguardare i posti di lavoro dei quasi 55mila frontalieri italiani che lavorano in Svizzera. Si tratta di una questione che riguarda Como, Varese e Sondrio e sulla quale dobbiamo avere una posizione comune».
Cosa serveE sottolinea: «Con il Ticino è necessario sedersi attorno a un tavolo e trovare una via di mediazione che tuteli i nostri lavoratori e garantisca il trasferimento dei ristorni a favore dei comini di confine. Bisogna confrontarsi con gli svizzeri e trovare un accordo che accontenti entrambi le parti».
Infrastrutture e ammortizzatori sociali sono, per il consigliere regionale Luca Gaffuri (Pd) i due temi cardine.
«Per prima cosa - commenta - bisogna chiarire la vicenda dell’indennità di disoccupazione per i frontalieri che perdono il lavoro. Si tratta di trovare la quadra con l’Inps affinché le trattenute applicate agli italiani che lavorano in Svizzera servano davvero a sostenerli successivamente qualora perdano l’occupazione. In ambito infrastrutturale dobbiamo spingere sul completamento in territorio italiano AlpTransit».
Impensabile, infatti, che si pensi di utilizzare l’attuale ferrovia Como-Monza, costruita alla fine dell’800, per supportare le merci provenienti da Nord. Tra l’altro, deve essere previsto un polo logistico in provincia di Como. Così non fosse, il traffico sarebbe spostato su Gallarate o Treviglio: oltre 10mila posti di lavoro sarebbero in difficoltà».
I nodiA lato, secondo Gaffuri, c’è poi la cosiddetta zona franca e benché non strettamente comasco, quello della ferrovia Arcisate-Stabio che, comunque, comporterà al suo completamento «la possibilità di viaggiare in treno tra Como e Varese in 39 minuti».
Per Alessandro Fermi (Pdl), bisogna ottenere certezze circa il trasferimento dei ristorni frontalieri e, al contempo, «garantire le necessarie tutele ai lavoratori italiani in Svizzera». Su tutte, però, c’è la questione infrastrutturale: «Gli svizzeri hanno ormai completato il loro tratto ferroviario di AlpTransit. Non possiamo permetterci di restare al palo». n A. Gaf.
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