I due primari fanno centro
Top a livello internazionale
con un vitigno dimenticato

Il neurochirurgo di Como Angelo Taborelli, con un collega sardo, ha rilanciato l’arvisionadu. Vitigno antico con un profilo genetico unico. Il bianco medaglia d’argento ai Decanter Awards

Il nome, perlomeno per i non sardi, è difficile da pronunciare. Ma la fama è internazionale dopo che l’arvisionadu “dei due primari” ha ottenuto la medaglia d’argento al Decanter World Wine Awards, il più accreditato premio internazionale nell’ambito dell’enologia.

L’espressione “dei due primari” si deve al fatto che l’azienda produttrice appartiene a due colleghi medici - il neurochirurgo comasco Angelo Taborelli e Pino Mulas ematologo all’ospedale di Olbia - ed è a loro che si deve il recupero e la valorizzazione di un vitigno unico al mondo.

Un vitigno autoctono, lo storico arvisionadu, uno dei più rari e antichi della Sardegna dov’è presente nel territorio del Goceano, fino a pochi fa quasi in via di estinzione. «Io appassionato di vini? Assolutamente no - racconta Taborelli - è il progetto di due amici che si sono conosciuti in spiaggia: Pino aveva questo terreno nell’entroterra, nel Comune di Benetutti, ed insieme abbiamo pensato di riavviare una piccola produzione».

Il primo impianto del vigneto risaliva agli anni Cinquanta, poi un lungo periodo di abbandono sino alla svolta nel 2006 quando Mulas e Taborelli riavviano la coltivazione su due ettari. Oggi gli ettari sono nove, vengono prodotte circa 10mila bottiglie ogni anno e grazie all’assistenza di Andrea Pala, giovane enologo sardo, sono stati raggiunti standard di eccellenza (con solo cinque vendemmie alle spalle), accreditati, nell’arco di qualche anno, da tutte le principali rassegne enologiche, sino all’ultimo, massimo, riconoscimento. Giunti alla 16esima edizione, i Decanter World Wine Awards (DWWA) sono il più grande e prestigioso concorso vinicolo al mondo. Giudicato dai più autorevoli esperti e professionisti del wine business, i Dwwa sono riconosciuti a livello internazionale per l’affidabilità del loro rigoroso processo di degustazione e selezione.

Un vino top con una storia speciale alle spalle, fa fede una ricerca dell’Università di Milano Bicocca che, nell’ambito di un progetto di ricerca, ha riconosciuto l’unicità del profilo genetico del vitigno. In sostanza di vini simili all’arvisionadu non ce ne sono in tutto il mondo.

I due amici medici hanno vinto la sfida di produrre un vino unico, ottenuto da un vitigno mai dimenticato, mai però nemmeno degnamente valorizzato. E sì che cinquant’anni fa, a Benetutti, Luigi Veronelli rimase ammaliato da un brindisi con l’arvisionadu considerato una vera e propria perla enologica per versatilità e caratteristiche organolettiche. Un bianco straordinario tipico di un terra famosa per il cannonau e il vermentino

Nella zona ci sono numerose produzioni familiari finalizzate all’autoconsumo o poco più, nessuno al di fuori di Taborelli e Mulas ha mai preso in considerazione la possibilità di iniziare un’attività di livello superiore. «Il loro merito è stato quello di lasciar fare alla natura per ottenere una materia prima di alta qualità, la bravura dell’enologo ha fatto il resto ma è sorprendente il livello raggiunto nel giro di pochi anni» dice Renzo Erasmi, comasco, agronomo, sostenitore entusiasta del progetto.

Le bottiglie di arvisionadu, con il brand “G’Oceano”, si collocano un fascia di prezzo medio alta, superiore ai 25 euro. Si trovano in diversi ristoranti anche del Comasco, tra i quali il Grand Hotel Serbelloni di Bellagio.

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