«Lo sciopero è andato bene». Scandisce Diego Riva, segretario della Fiom-Cgil, mentre partecipa al corteo a Milano che si è concluso in piazza Duomo con i comizi di Maurizio Landini (segretario Fiom) e Susanna Camusso (segretario Cgil).
Erano almeno 350 (sei i pullman organizzati dalla categoria) le tute blu lecchesi che hanno partecipato alla manifestazione milanese. Secondo i dati raccolti dalla Fiom, la protesta ha avuto un’alta adesione nelle fabbriche lecchesi. Diego Riva snocciola questo elenco: «Da quanto ci hanno riferito i delegati, la Casartelli di Galbiate è rimasta chiusa, alla Guzzi l’85% degli operai ha scioperato. Altri numeri sull’ adesione: 75% alla Fiocchi munizioni, 90% alla Lanfranconi, 80% alla Carcano, 95% alla Itla,96% alla Mt, 75% allaVmc, 85% alla Calvi, 60% alla Husqvarna, 80% alla Franci. Sono cifre - sottolinea il segretario della Fiom - che confermano che i motivi che ci hanno spinto a proclamare lo sciopero di otto ore sono stati compresi e condivisi dai lavoratori».
Il numero uno della Fiom lecchese spiega che «la nostra protesta rientrava nel percorso avviato con la manifestazione della Cgil a Roma, del 25 ottobre. Chiediamo - dice Riva - che i diritti vengano estesi a tutti i lavoratori. E che non si proceda allo smantellamento dello Statuto dei lavoratori come vuole fare il Governo, con l’abolizione dell’articolo 4, che consentirà di mettere le telecamere nei luoghi di lavoro, dell’articolo 13 sul demansionamento e dell’articolo 18. Sono tutte misure discriminatorie e che peggiorano le condizioni di lavoro. E non ci vengano a dire - conclude Diego Riva - che sono interventi necessari per ridare spinta al mercato del lavoro. La disoccupazione - rimarca Riva - si affronta con una politica industriale che individui i settori strategici per il nostro Paese e incentivi gli investimenti».
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