La nautica lariana in mostra
alla conquista della Svizzera

Si è aperta ieri all'insegna dell'ottimismo il Salone nautico di Lugano al quale partecipano oltre 20 cantieri comaschi. E visitando gli stand degli imprenditori lariano si colgono i segnali di ottmismo sul futuro. A cominciare dall'interesse riscontrato anche dal mercato tedesco.

s.casiraghi

La nautica lariana all’attacco del mercato svizzero. Ieri si è aperta, infatti, la rassegna Lugano Nautica 2009, che si concluderà domenica. Questa seconda edizione è ancora più curata, sia sotto il profilo dell’allestimento sia per la vastità dell’offerta. Ci sono anche più barche rispetto al 2008, avendo richiamato espositori anche del Bresciano e della Campania. Sugli standard dell’anno scorso la presenza lariana, che conta una quindicina di espositori, che comunque si distinguono sempre per la qualità e l’originalità dei prodotti. Il tutto coordinato dalla Camera di Commercio di Como e dall’ormai consolidato marchio Nautica Lariana. Significativa anche la presenza dello stand del Clac di Cantù a portare avanti la campagna «Eco a bordo» per l’impiego dei materiali ecosostenibili nell’arredamento nautico. Discreto l’affluso di visitatori già al primo giorno, ma gli espositori sono in attesa di confermare le speranze e scacciare le paure in rapporto al particolare momento che l’economia globale sta vivendo, sapendo che la nautica è sempre la prima a soffrire nei tempi di crisi. Certamente controcorrente è Usci Woebel, titolare della Performance Marine di Porlezza, industria nautica consolidata sul mercato tedesco. «È venuto un cliente da me - racconta la Woebel - piangendo la perdita di 200mila euro in Borsa. Gli ho detto che se quei soldi li avesse impiegati a cambiare la barca, adesso sarebbero al sicuro. Non crediamo a tutto quello che ci dicono della crisi nera: noi non abbiamo ancora registrato cali di vendita». A confermare l’ottimismo Raimondo Reiner, titolare della Comitti di Como, nel presentare il suo elegante Venezia 28 in legno. «Sono tornato a Lugano, perché la rassegna è vivibile per dimensione e suscita l’interesse dei clienti della Svizzera tedesca. Direi che la produzione delle 14-15 barche in cantiere e la vendita sono state uguali sia nel 2007, sia nel 2008, con la differenza che se l’anno prima le abbiamo vendute subito, le ultime dell’anno scorso sono state consegnate in questi primi tre mesi del 2009. C’è stato, infatti, lo stop degli Stati Uniti a fine anno, ma vedo che adesso stanno riprendendo le ordinazioni». Qualche preoccupazione viene avvertita sicuramente dalla Cramar di Cadenabbia, che normalmente ogni anno produce una decina di barche tra imbarcazioni da diporto e le cosiddette «Idrotourist», quei motoscafi destinati al lago Maggiore per trasportare i turisti. «Tira sicuramente un’aria poco buona - lamenta Andrea Cranchi - e temo che adesso siamo solo agli inizi. Se non ci sarà un’inversione di tendenza sarà sicuramente peggio nel 2010. Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere, perché la crisi sembra far ripartire la piccola nautica». In questo senso si pronuncia anche Stefano Mostes di Lezzeno. «Noi siamo ancora competitivi sia in Italia, nel nord est in particolare, sia in Germania per il rapporto prezzo qualità. Sono abbastanza ottimista sul fatto che la crisi abbia un po’ ridimensionato certe spese folli e che gli appassionati di nautica ritornino alle barche da 60-100mila euro per le quali è anche più facile fare il leasing». Al di là delle valutazioni sulle prospettive future del mercato, sta di fatto che la nautica lariana si distingue anche questa volta per la sua inventiva. Come un originale replica degli anni 50 di un Jetto 5 metri fatto da Daniele Riva di Laglio con originalissimi sedili in corda. C’è anche il dinghy di Stefano Lillia e una barca a vela «Dream» di 5,7 metri, piccola Coppa America in miniatura, presentata da Loris Benzi.
Gianfranco Casnati

Economia

Venerdì 03 Aprile 2009

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