«L’industria lariana
risale: aiutatela»

I segnali di miglioramento continuano: senza voli, perché maggio ha anche dei meno che compaiono. Variazioni fisiologiche, precisa il presidente di Unindustria Como Francesco Verga.

Sia questo clima più positivo sia quel freno che si vede ancora, devono servire come richiamo: la ripresa o come si vuole definire, non potrà essere una sola conquista delle imprese. Servono segnali, sia dalla politica sia dalle banche.,

«I dati di maggio confermano sostanzialmente il trend di miglioramento dei primi quattro mesi del 2014 - afferma appunto Verga - anche se rispetto al precedente mese di aprile c’è stata qualche variazione leggermente negativa. Siamo in un momento in cui possiamo cominciare ad affermare che il peggio sia alle spalle». La prudenza viene ribaadita: «Seppur con ottimismo dobbiamo anche dire che questo resta un momento delicato. Perché è l’occasione per intervenire con politiche industriali che, se corrette e lungimiranti, possono davvero essere il volano capace di far ripartire il motore economico del nostro Paese».

Il rischio

Altrimenti c’è un ulteriore rischio: «Se non verranno poste in essere misure virtuose rischieremo di rientrare dalle ferie estive senza lo slancio necessario per valorizzare i numeri positivi di questo primo semestre».

Analizzando le statistiche, nei primi tre mesi del 2014 «la domanda interna, dopo forti cadute, inizia a prendere vigore». Il saldo tra chi rileva un aumento (36%) e chi una diminuzione (18%) dopo due anni si prende un più prezioso: « Gli ultimi dati di maggio, confrontati con aprile rilevano un saldo di poco negativo, ritornando sugli stessi livelli del quarto trimestre 2013».

In particolare, a Como e Lecco «la percentuale dei giudizi indicanti un rallentamento (27,8%) risulta superiore, seppur di poco, rispetto alla percentuale di giudizi di crescita (25,2%)». L’export vede ancora prevalere giudizi di crescita (29,5% contro il 22,5% d i diminuzione).

I giudizi

Sul fronte della produzione, più della metà (il 56,8%) ha indicato stabilità dei livelli produttivi rispetto al mese precedente: si bilanciano i giudizi di diminuzione (22,6%) e aumento (20,5%). Il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva lo scorso mese si attesta al 73,4%, in calo del 3%. Stagnazione anche per il fatturato.

Tornando agli ordini, a Como ne dichiara per qualche mese il 43,2%, per oltre un trimestre l’8%, mentre il 49 ha una visibilità della domanda di qualche settimana. Un dato che ha mantenuto stabilità nelle più recenti statistiche. Come non varia l’occupazione Sono soprattutto le imprese più piccole soffrire. Nelle ultime rilevazioni il dato è saldo, con variazioni minimali.

Insolvenza e ritardi nei pagamenti continuano a tormentare: il 60% degli intervistati. L’ 11,3% ha comunicato incrementi degli spread e dei tassi applicati mentre per oltre un caso su quattro ( 27,8%) sono stati registrati aumenti di spese e commissioni bancarie». Di qui l’appello di Verga: «È il momento in cui devono intervenire le banche per finanziare l’economia e tornare a prestare denaro mettendo così fine alle difficoltà che soprattutto le imprese più piccole hanno riscontrato in termini di credito. Ecco il vero volano dell’economia».M. Lua.

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