Madre e figlia alla Sisme
«Temiamo per il futuro»

Lucia Amaro: «Non potevo pagare il mutuo, ho dovuto lasciare casa»

Un’azienda e parte della famiglia. Per tanti dipendenti la Sisme è questo. Tra le storie raccontate ieri, quella di

Lucia Amaro, in Sisme da 19 anni, dove lavora anche la figlia Vita Vaiarelli e prima marito e suoceri. «Sono stata assunta dopo la morte di mio marito, a sua volta introdotto in fabbrica dai suoi genitori - spiega Lucia Amaro - Qui lavorava anche mio figlio e adesso mia figlia. La mia famiglia deve molto a questa fabbrica. Stavolta ho paura che sia l’atto finale».

Teme il licenziamento: «Ho dovuto vendere casa e sono tornata in affitto, perché non riuscivo più a pagare il mutuo. Ho paura per il futuro. Se dovessi perdere il posto, a 51 anni non ne troverei un altro».

Non è meno preoccupata la figlia Vita, 30 anni: «Non c’è più sicurezza del lavoro, non si può fare progetti. Mi piacerebbe diventare mamma, ma non posso permetterlo. Mio marito non so se questo mese prenderà lo stipendio, io forse tra un po’ non avrò più un lavoro e abbiamo il mutuo da pagare».

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