Pagamenti con il Pos: «Intervenire sui costi di commissione e non sui massimali»

Confesercenti Il governo: obbligo di accettare le carte solo sopra i 60 euro. I commercianti: «I pagamenti digitali favoriscono i consumi ma bisogna abbassare le commissioni troppo alte»

Oggi tutti i negozianti sono obbligati ad accettare i pagamenti con Pos, chi decide se utilizzare contati o carta e telefonino sono i clienti. Dal prossimo anno, salvo variazione alla Legge di Bilancio, la relazione si capovolge per i piccoli importi e a decidere saranno gli esercenti che potranno continuare ad avere il pos oppure eliminare questo servizio.

In realtà gli importi non sono poi tanto piccoli perché la soglia è posta a 60 euro e può comprendere una casistica molto ampia che va dal caffé al taxi al capo di abbigliamento. Ritorno al contante quindi, ma di fatto, dicono da Confesercenti, tanto rumore per nulla perché poco cambia nel concreto.

«Il problema non è il pos, anzi – osserva Claudio Casartelli presidente Confesercenti Como - le statistiche dicono che i termini di pagamento in moneta elettronica favoriscono il consumo molto più dei contati. Il problema resta il costo del sistema sui piccoli pagamenti che azzera il guadagno. Sul sistema deve intervenire una normativa nazionale che abbassi o annulli il carico in capo ai commercianti e renda omogenee e trasparenti le regole per il noleggio del pos e per le percentuali sulle transazioni digitali. Comprendo oggi la riluttanza di alcuni negozianti: sul caffé o sulle caramelle, dove i margini sono ridotti, il ricorso al pos con le commissioni che comporta ha poco senso. Inoltre richiede tempo: alcuni utilizzano il collegamento con il telefono per prendere la rete e se non funziona immediatamente rischiano le sanzioni. Condivido che non sia il caso di fare del terrorismo con l’obbligo dei pagamenti digitali per piccoli importi. Meglio lasciare un margine di libertà perché ognuno possa scegliere il modo migliore per portare avanti la propria azienda senza imposizioni».

I rapporti con gli acquirenti

Una necessità di poter gestire il rapporto con i clienti che è ancora più importante per il settore degli ambulanti che spesso incontrano persone che utilizzano preferibilmente il contate. Oggi sono tenuti al doppio sistema e, per poter avere bassi costi di gestione del pos, si trovano poi ad avere un’alta incidenza sul costo di transazione e questo, per i bassi importi, è davvero un balzello difficile da comprendere. «Quello su cui sarebbe importante intervenire sono piuttosto i costi di commissione e di gestione del pos – conferma Massimo Maiorano presidente Anva Confesercenti Como – ogni banca pone diverse percentuali di commissione, nel mio caso è dell’1,50% ed è ragionevole che per una spesa di un euro ci sia un guadagno corrispondente e non dello zero virgola. Poi la soglia dei 60 euro piuttosto che dei 30 è opinabile, ma almeno adesso alcuni commercianti saranno liberi di poter scegliere se fare a meno di questo servizio per i loro clienti. Nel nostro caso, con un banco di abbigliamento sotto la torre a Como, l’80% degli acquisti è con carta di credito. Ma per altri può essere diverso».

Cortesie per i clienti

L’abitudine a usare sistemi di pagamento digitali ormai è però forte e radicata, almeno in città, anche per piccoli importi, secondo l’esperienza di Donato Lasala con storico punto vendita formaggi e salumi al mercato coperto di Como: «Si tratta di un servizio, di una gentilezza che si offre ai propri clienti – commenta – ma le spese vive quest’anno sono tante e il pos rappresenta un ulteriore costo fisso ed è questo, insieme alle commissioni, che dovrebbe essere calmierato».

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