Economia / Como città
Mercoledì 11 Gennaio 2017
Pitti parte bene con l’estero
E Como spera nella cravatta
La crescita del fatturato su questo fronte porta fiducia al distretto. Oggi due pagine sul giornale
Più visitatori esteri dal primo giorno. E più fiducia.
Il sentiment degli espositori comaschi presenti a Pitti è di cauto ottimismo nonostante le numerose incognite che ancora gravano sull’industria della moda maschile. L’atteggiamento di fiducia deriva da due fattori. Primo: il grande afflusso di visitatori, soprattutto stranieri, che già ieri, primo giorno d’apertura, hanno affollato Fortezza da Basso confermando l’appeal internazionale del salone.
Il secondo dato positivo è la consapevolezza di ormai far parte di una nicchia che ogni stagione sa distinguersi dai competitor, quindi in grado di conquistare nuovi buyer. Anche nella cravatteria, in controtendenza rispetto al continuo deperimento del settore (- 8,8% l’export nel 2016).
Il dato non spaventa gli specialisti lariani che continuano a investire in idee e materiali per conservare la loro leadership sia dal punto di vista creativo sia da quello produttivo.
I punti di forza
«La nostra forza- ribadisce Elisabetta Canepa a capo dell’omonimo gruppo tessile- è quella di puntare su un prodotto sempre più ricercato, in grado di soddisfare differenti target senza compromessi sulla qualità. Contiamo sulla ripresa del mercato italiano, in migliori performance negli Usa dopo il cambio presidenziale ,e in un risveglio della Cina».
Canepa partecipa a Pitti con i suoi marchi storici:Fiorio, LaRana, Gallieni e Tino Cosma, caratterizzati da tessuti sempre più eco-sostenibili. Nell’anno appena conclusosi, il brand Fiorio ha festeggiato il suo 70° anniversario con importanti iniziative, a partire da qualificate presentazioni dedicate nei più importanti Department Store del Giappone, il suo mercato estero più importante.
Parla di numeri in crescita anche Riccardo Gorla, responsabile divisione accessorio uomo della Clerici Tessuto, a Firenze con tre brand: Church’s, Daks e Fabio Ferretti. «Nel 2016 il fatturato della cravatteria è salito del 23% , ma siamo ancora a metà di un percorso importante che mira a conquistare nuove quote sul mercato domestico ed estero - osserva - Si è rivelata premiante l’acquisizione delle licenze Church’s e Daks, brand fortemente rappresentativi della qualità del nostro prodotto».
OGGI DUE PAGINE SUL GIORNALE
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