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Giovani, cinquantenni, disoccupati. Oggi, a Como, chi cerca lavoro annaspando nel mondo del precariato, si divide in due gruppi.
«Una prima disaggregazione della categoria è per fasce d’età - spiega Ivan Talloru, Cgil - oggi gli under 35 e gli over 55 sono nella stessa situazione. I figli e i loro papà, magari esodati. Alcuni ex dipendenti del tessile si riciclano come consulenti. Ma a contribuzione volontaria». Intanto viene comunque confermata in linea di massima anche a livello provinciale, seppur tra luci e ombre, una crescita dell’occupazione giovanile in aumento del 5,7% sul territorio nazionale. A beneficiarne maggiormente, a Como: ristorazione, bar e turismo. Dove, secondo il sindacato, potrebbe essere terminata la lunga era del lavoro nero. Mentre nelle industrie di tutti i settori - metalmeccanico, legno arredo, chimico, tessile - al lavoro interinale si preferisce il nuovo contratto del Jobs Act.
«La ripresa numerica, effettivamente, c’è - dice Talloru - ma bisogna capire un aspetto. Perché penso che ci siano molti contratti nuovi in sostituzione di altri vecchi o meno incentivanti per le aziende. E a tutele decrescenti. Ho l’impressione che vengano spostati i contratti a livello numerico, creando l’illusione di un aumento lavorativo».
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