Plink,primo bilancio sociale
La sostenibilità
passa dalle persone

L’azienda di Cermenate punta a mettere a sistema le azioni a favore del territorio. Nuova sfida: un’academy per favorire l’inclusione in azienda di lavoratori con disabilità

La società di telecomunicazioni Plink di Cermenate sta per dare il via al piano per la sostenibilità per il 2022 con progetti che entreranno, in giugno, nella prima edizione di bilancio sociale.

L’azienda fondata da Andrea Ferlin, fra le più note sul territorio anche per i suoi numerosi interventi di responsabilità sociale, sta realizzando con la consulenza della società Iraise di Luca Rumi il nuovo piano che include elementi già da tempo strategici nella visione d’impresa di Ferlin e che riguardano l’ambiente di lavoro interno, il green e la governance.

La strategia

Il fine ultimo è quello di dotarsi di un piano con obiettivi legati alle singole aree, implementando le strategie di contrasto all’inquinamento, il lavoro di squadra, la responsabilità dei ruoli interni, la condivisione con gli stakeholder della comunità.

«Abbiamo deciso di formalizzare i processi di attività delle azioni che svolgiamo sul territorio, che confluiranno nella stesura del nostro primo bilancio sociale. Avendo accelerato tutte le iniziative che avevamo in mente di fare e che hanno trovato terreno fertile nel nostro personale, abbiamo deciso di renderle misurabili», afferma Ferlin.

Plink sta aiutando tante realtà del territorio, dalla Virtus Basket Cermenate, con un investimento di rilancio del settore giovanile, alla messa a disposizione di un numero verde per l’assistenza a malati oncologici, alla collaborazione con Abilitiamo Autismo per Cascina Cristina a Cantù e anche con “La penna nera” per il sostegno a persone disabili.

Due le idee su cui si sta costruendo la prima fase del piano di sostenibilità: la prima prevede la fornitura di servizi profit e non profit tramite la rete dell’associazionismo che possa garantire un riconoscimento anche economico sotto forma di canone mensile all’associazione. La seconda idea punta a creare una sorta di academy attraverso un’azione di crowdfunding, di sistema di finanziamento collettivo, per cercare e «portare in azienda persone che anche nella disabilità sappiamo esprimere valori da spendere su progetti che incentivino i loro talenti».

L’obiettivo

«Vogliamo coltivare le doti delle persone disabili – afferma Ferlin – affinché diventino veri talenti, secondo una logica che sta da sempre nel nostro modo di fare impresa e che ci ha portati a contare 3.500 ore di formazione permanente sui nostri 30 dipendenti nell’arco di un anno, per una media di 120 ore a testa in cui oltre alla parte tecnica intervengono anche filosofi e psicologi. Questa leva – conclude Ferlin – costituirà una vera e propria accademia con l’obiettivo di trovare talenti fra giovani e meno giovani, svantaggiati e non, che aderiscano ed entrino nel mondo del lavoro. Vorremmo mettere a disposizione la nostra struttura – conclude Ferlin – per chi abbia necessità di frequentare corsi e lavorare in un ambiente organizzato, sicuro e con possibilità di crescita. Ora il progetto non è ancora del tutto operativo, lo sarà a breve e con Luca Rumi stiamo lavorando per capire come, senza sprecare tempo e risorse, organizzare questa mole di lavoro e farla confluire nell’azienda».

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