
Economia / Como città
Sabato 29 Aprile 2023
Prima giornata della ristorazione a Como. La grande sfida è attrarre i giovani
L’evento Territorio, turismo, passione e sacrificio sono state le parole chiave dell’incontro. Scuole e imprese chiamate a un lavoro di squadra: «Solo così cresce il livello dei diplomati»
como
La formazione al centro della prima Giornata Nazionale della Ristorazione.
Confcommercio Como e Fipe, hanno organizzato ieri mattina un evento dedicato al comparto all’Auditorium della Camera di Commercio.
Territorio, turismo, passione, sacrificio, le parole chiave dell’appuntamento che ha avuto nella formazione il suo filo conduttore. Un tema che ha toccato tutti e quattro i format in agenda, condotti da Tinto, Nicola Prudente. Il rimando al futuro della ristorazione è stato continuo forse anche per la presenza in sala di alcune classi di Casnati, Enaip, Cfp e Romagnosi.
La mancanza di manodopera da una parte e il conferire nuovo appeal alle professioni legate alla ristorazione dall’altra, sono stati trattati in: «Investire e credere nella formazione» coordinato da Fabio Fossati: «Le scuole sono il nostro futuro. Ragazzi credete in quello che state facendo, non mollate, questa professione è sacrificio, ma è anche divertimento e soddisfazione».
«La necessità oggi è quella di portare avanti un lavoro in squadra con le aziende, che non si devono limitare ad accogliere gli studenti, ma devono collaborare con noi per raggiungere obiettivi comuni - ha spiegato Antonella Colombo, Cfp – Altrimenti lo stage diventa forza lavoro, lavoro che viene spesso banalizzato. Il nostro compito è di orientare i ragazzi, aiutarli a costruirsi una carriera, riportarli ad amare questa professione».
«È fondamentale che le aziende condividano con noi la mission formativa – ha sottolineato Marinella Aprea, Enaip – Senza dimenticare che hanno 15 anni e l’esperienza lavorativa dovrebbe essere positiva. A questa età scalpitano e la tv spesso fornisce modelli che non rappresentano la realtà. L’orientamento dovrebbe iniziare già dalle scuole medie».
Elisabetta Frigerio docente del Casnati si è rivolta agli operatori in sala: «Chiedo al mondo del lavoro di capire gli studenti e di formarli, possiamo fornire le tecniche di base, ma voi aiutateli a disegnare il loro percorso». «L’obiettivo della scuola è di costruire le fondamenta, integrando competenze e tecnica, l’esperienza si fa sul campo, l’alternanza scuola lavoro è fondamentale» ha aggiunto Marco Livio del Romagnosi.
I ristoratori hanno parlato direttamente agli studenti: «Noi del settore dobbiamo renderci conto della responsabilità di fare formazione anche ai nostri collaboratori, l’apprendimento continua attraverso di noi – ha affermato Mauro Elli, Il Cantuccio - Abbiamo il compito enorme di creare un obiettivo a questi ragazzi. Non posso insegnarvi la passione, ma posso dimostrarvela con quello che faccio ogni giorno». «Il lavoro si impara lavorando e non si finisce mai di studiare – ha evidenziato Andrea Casali, ristorante Kitchen - Io avevo in mente dove arrivare ed è quello che mi sento di consigliarvi: ponetevi degli obiettivi e siate consapevoli che dovrete fare sacrifici per arrivarci». «Se mossi da passione ed entusiasmo si può arrivare ovunque – ha aggiunto Davide De Ascentis, Bar Krudo – Dobbiamo riuscire a comunicare che questo lavoro è bellissimo, farlo vedere anche sotto un punto di vista più divertente e leggero». Sulla stessa linea il pensiero di Stefano Cuomo, ristorante pizzeria Da Rosa «L’impegno deve essere assoluto, se uno si impegna i risultati arrivano» e di Fulvio Luppi, Enoteca Catering «Arrabbiatevi se non vi spiegano bene le cose, siate curiosi e mettetevi in gioco».
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Flavio Molteni
1 anno, 11 mesi
A questi ragazzi e ragazze, dovreste almeno pagare il biglietto del bus e dare da mangiare, invece oltre a non pagarli, gli fate pure pulire i cessi.
Camino 1972
1 anno, 11 mesi
Leggo “conferire nuovo appeal alle professioni legate alla ristorazione”….” Non posso insegnarvi la passione, ma posso dimostrarvela con quello che faccio ogni giorno”…Belle frasi ad effetto. Ma il problema rimane solo ed unicamente uno. Il salario basso a fronte di grandi sacrifici. Conosco un sacco di ragazzi diplomati all’alberghiero di Saronno, con una grande passione per la sala e la cucina andati a lavorare in fabbrica causa salario più alto e condizioni lavorative e rotazioni turno migliori! I ragazzi si sacrificano si…finiamola di dire che sono tutti pigroni! Ma un ritorno per avere un futuro, una famiglia, una vita… lo devono avere.
Pietro Pietro
1 anno, 11 mesi
Tante belle parole e frasi fatte.....tutti sapientoni......ma in realtà le alternanze scuola/lavoro sono viste solo come la disponibilità di manodopera a costo zero (anche e soprattutto da parte di strutture a 5 stelle!) e le scuole non si preoccupano minimamente di effettuare sopralluoghi nelle strutture per verificare il trattamento riservato ai propri studenti. Finite le scuole si pretendono dai neo-assunti stagionali orari improponibili (anche 11/12 ore al giorno) in cambio di un tozzo di pane! Facessero pure lavorare come schiavi (la settimana corta e le 30/35 ore settimanali sono una barzelletta in questo settore!) ma almeno lo stipendio seguisse di conseguenza all'impegno! Ma dove sono tutti i "fenomeni" che dovrebbero tutelare i lavoratori (sindacati, ispettorati del lavoro, ecc.....)? Foraggiati con un piatto di pasta da chi ha interesse a mantenere questo status quo? Più di qualche dubbio mi sorge spontaneo.