Primo manifesto per la felicità. Como raccoglie l’invito del summit Wohasu

L’evento Il via alla tre giorni di Wohasu con un migliaio di partecipanti da oltre 40 Paesi. La firma del sindaco Rapinese in calce al documento dell’economista Richard Layard

Firmato a Como il Manifesto per il Wellbeing nella cornice del World Happiness Summit. Lo ha proposto Richard Layard, economista del lavoro inglese, ospite di rilievo tra i relatori dei tre giorni del summit aperto ieri al Teatro Sociale.

Il Manifesto per il Wellbeing, benessere inteso come welfare sociale, è on line sul sito di Wohasu e la prima firma è del sindaco di Como Alessandro Rapinese. L’invito a sottoscriverlo è rivolto a tutti i relatori presenti, più di 35, e al pubblico, oltre mille persone da più di 40 paesi che hanno esaurito i posti, fino alla Galleria, del Sociale.

Ideatrice del summit è Karen Guggenheim che, per la prima volta quest’anno, ha organizzato l’evento al di fuori degli Stati Uniti e la scelta è caduta su Como, suggerita anche da Alberto Nobis, Ceo di Dhl Express Europe, tra gli sponsor.

Nel corso del pomeriggio si è scoperto che la felicità non solo esiste, ma è anche misurabile.

Lo sostiene Richard Layard, co-editor del World Happiness Report, l’edizione 2023 è già disponibile on line a worldhappiness.report. Richard Layard è un economista del lavoro, direttore del programma del Centre for Economic Performance presso la London School of Economics. La sua opera si è concentrata su come ridurre la disoccupazione e la disuguaglianza e non poteva che proseguire nell’obiettivo chiedendo un forte coinvolgimento della platea, ricambiato con entusiasmo, per modificare gli obiettivi di profitto, centrati sulla competizione, per sostituirli con una condivisione del benessere.

L’impronta fortemente sociale e democratica del suo pensiero si è tradotta nelle prassi suggerite nel manifesto ma anche nell’ingaggio delle persone presenti, perché gli scopi condivisi diventassero parte della loro azione quotidiana anche nei confronti di amici, colleghi, familiari.

La politica

Si chiama politica, quella che si fa dal basso. L’urgenza di una politica sociale estesa è stata suffragata dai dati raccolti dal Gallup World Poll: dal 2006 al 2018 lo stress infatti è aumentato a livello globale, trainato da Usa e Europa occidentale, con un andamento del tutto speculare alle due grandi crisi economiche e finanziarie, quella del 2008 e quella del 2020.

«Negli ultimi 200 anni l’idea di impegnarsi per ridurre la miseria e le disuguaglianze era accettata – spiega il professore inglese, riferendosi forse alle grandi ideologie sociali dell’800 e 900 – bisogna tornare a quegli obiettivi perché ogni organizzazione, pubblica e privata, dia il proprio contributo alla felicità complessiva, inclusiva, a partire da lavoro e scuola». Inevitabile la citazione di Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, colto e illuminista: «la cura della vita umana e della felicità è l’unico oggetto legittimo del buon governo».

«Non si tratta di un’utopia – sottolinea Ella F. Washington, founder and Ceo di Ellavate Solutions and Professor at Georgetown University – perché, guardatemi, fino a pochi anni fa studiare e avere un lavoro di soddisfazione era un’utopia per i neri» ha detto, per poi soffermarsi su come il lavoro che occupa un terzo della nostra vita non possa essere escluso dalla percezione di una vita gratificante.

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