Economia
Mercoledì 29 Aprile 2009
Ratti, oggi l'assemblea dei soci
decide le misure anti-crisi
Gli azionisti della Ratti, l'industria tessile di Guanzate, oggi sono chiamati in assemblea a ripianare una perdita di 27 milioni di euro attravreso una riduzione del capitale sociale. I soci sono anche chiamati ad approvare un piano di ristrutturazione che fra i tanti tagli prevede la riduzione dei posti di lavoro di 350 unità.
Le aree coinvolte
Colpite tutte le aree di business, e in particolare la Donna (-9,8%), l’Uomo (-17%), il Prodotto finito (-8,3%) e l’Arredamento (-31,3%). In particolare poi il rallentamento degli ordinativi si è concentrato proprio nei mesi di settembre e ottobre, tradizionalmente più favorevoli per il Gruppo Ratti in quanto mesi che raccolgono la produzione e ricavi della stagione primavera-estate. Una discesa che complessivamente non è destinata a fermarsi nemmeno nel 2009. Nella relazione che accompagna il conto economico e che oggi verrà sottoposta all’approvazione dei soci, è previsto che il piano di ristrutturazione 2009-2011 tenga conto di un fatturato stimato di circa 82 milioni di euro, altri 16 milioni in meno di ricavi, pari ad un ulteriore 15% di calo. Ma che dovrebbero risalire - almeno questa è l’attesa dell’azienda - ad un ritmo del 6% annuo per il 2010 e il 2011. Non solo: è stimato un ebitda 2009, il margine operativo lordo, positivo nei tre anni dell’attuazione del piano ed arrivare a fine triennio, nel 2011, ad un valore del 7%.
Gli investimenti
I principali obiettivi del piano di ristrutturazione tengono anche conto di almeno 3,5 milioni di investimenti nel triennio: in particolare interventi e azioni per rafforzare la società nell’immediato futuro, puntando cioè sulla stampa Ink-jet e confermando così la strategia già intrapresa nel 2008. Intanto, è data in miglioramento la situazione finanziaria: il gruppo Ratti ha infatti ridotto le passività finanziarie da 31 a 23 milioni, pur imputando al 2008, come manovra prudenziale, oltre 5 milioni di passività per un mutuo ipotecario da 12 milioni stipulato con Bnl e Unicredit. Se questo è il quadro che si fa avanti, per il gruppo serico comasco saranno inevitabili ricorrere ad una manovra di tagli e di riduzioni dei capitoli di costo in bilancio. Il personale è parte di questi capitoli: la chiusura dei due stabilimenti in Romania, la tessitura Storia srl, già in liquidazione, e la stamperia Textrom srl, in dismissione. E una "riduzione" degli organici di circa 350 addetti, dei quali 220 relativi alle due unità produttive romene e altri 60, su cui è già stato trovato un accordo su base volontaria per la mobilità, nello stabilimento di Guanzate. Dagli attuali 862 dipendenti (10 dirigenti; 372 quadri e impiegati; 480 intermedi e operai), il gruppo Ratti alla fine del triennio 2009-2011 scenderà a poco più di 500 dipendenti. Gli effetti della crisi Le cifre appaiono pesanti. E tutte risentono della crisi generale, che ha vanificato gli interventi e le molte azioni spesso pesanti messi in atto dal gruppo negli anni per risanare i conti. «Lo scoppio della crisi finanziaria mondiale - si legge nella relazione al bilancio 2008 - ha fortemente penalizzato l’andamento della gestione nella seconda parte dell’esercizio e non ha permesso al gruppo di rispettare le previsioni, nonostante tutti gli sforzi messi in atto per contenere l’impatto negativo". E che i vertici della società di Guanzate prevedono di ottenere attraverso "la razionalizzazione delle aree di business", concentrandosi su quelle a maggiore redditività e dismettendo le linee maggiormente critiche, "con particolare riferimento all’abbigliamento tinto in filo e ai capi a taglie". Con una considerazione finale: restando incerto il periodo necessario per il ritorno delle normali condizioni di mercato - avvertono i vertici nella relazione al bilancio - qualora la debolezza dovesse prolungarsi "potrebbe rendersi necessario un ulteriore rafforzamento degli interventi individuati e attivati". Insomma, l’era dei tagli non sembra ancora tramontata definitivamente.
Simone Casiraghi
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