Ratti: «Sempre più
bussano nuovi mercati»

Accanto a quelli tradizionali se ne affacciano altri come Iran o Sudan. Nei primi sei mesi del 2014 fatturato a 48,7 milioni, in lieve calo.

I mercati tradizionali reggono, ma ne arrivano anche nuovi, insospettabili. Come l’Iran o il Sudan. E la Cina, che non è ancora esplosa.

Il consiglio d’amministrazione della Ratti (gruppo Marzotto) ha approvato i risultati consolidati al 30 giugno 2014. Con ricavi pari 48,7 milioni, in lieve calo.

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Un fatturato stabilizzato, spiega l’amministratore delegato, con un calo tra gli 800 e i 900mila euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Dopo una crescita impetuosa - continua l’ad Sergio Tamborini - che andava governata in termini di attività industriali, per non esserne travolti. Nel 2014 siamo alle prese con il settaggio della macchina industriale».

Ed entrano molti giovani, a testimonianza anche di un ritorno al lavoro manuale.

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