Ripartenza di Lechler
65 assunzioni
e presto l’academy

Dalla gestione dell’emergenza agli investimenti di medio-lungo periodo per valorizzare le risorse umane. Ponte generazionale con un “vivaio” di 8 giovani tecnici: è il seme dell’academy. 7mila ore di formazione nel 2020

Ci sono le persone al centro della ripartenza del Gruppo Lechler.

A presentare la strategia del Gruppo – 600 dipendenti tra il quartier generale di Como (300), gli stabilimenti di Foligno e Seregno e quello di Paraì nel sud del Brasile oltre alle sedi commerciali in Spagna, Germania, Francia e UK – è Rosalia Dimartino, responsabile delle Risorse Umane dal maggio dello scorso anno quando, durante la prima ondata pandemica, si trovò nella non semplice sfida di calarsi nel nuovo ruolo senza la possibilità di una relazione continuativa in presenza con i colleghi: «Il mio è stato un cambiamento professionale nel contesto di un cambiamento generale – dice la dirigente – nella difficoltà oggettiva della situazione, ho colto però anche la dimensione dell’opportunità: la pandemia è stata a tutti i livelli un acceleratore, così è accaduto nel mio ambito e ciò mi ha consentito di arrivare a conoscere l’azienda in un tempo straordinariamente rapido».

Anche l’attività di selezione, dopo la battuta di arresto del lockdown, è tornata a correre e si è in parte digitalizzata (le prime tornate di colloqui ora avvengono di norma via Zoom). Nel 2021 Lechler ha assunto 65 persone a fronte di 50 uscite; un dato significativo a fronte dei 47 ingressi nel 2019 e dei 33 lo scorso anno. È stato inoltre creato un “vivaio” attraverso la selezione di 8 giovani (in azienda dal 3 novembre) che affronteranno un percorso di formazione interno nell’arco dei prossimi sei mesi per poi affiancare altrettanti lavoratori “anziani” che andranno in pensione nei prossimi tre anni. «Gli assistenti tecnici sono, insieme con il settore ricerca e sviluppo, professionalità chiave – dice la responsabile delle Risorse umane – abbiamo anche qui voluto gestire una fase potenzialmente delicata creando un ponte generazionale». Ai giovani si conta di trasmettere competenze specifiche ma anche valori, cultura aziendale: «Quello che noi definiamo “imprinting Lechlet”» chiosa Dimartino. Si tratta di ragazzi neo diplomati che sono stati selezionati attraverso il monitoraggio degli istituti tecnici, prevalentemente di area chimica, e la relazione avviata con l’Its focalizzato sulla logistica promossa da Enaip on collaborazione con ComoNext.

Il progetto sul “vivaio” è il seme di ciò che sarà la vera e propria academy aziendale la cui sede fisica sarà in un nuovo edificio di fronte all’ingresso del quartier generale di via Cecilio. Un academy dove si porterà avanti la tradizionale attività di formazione per i clienti e si svilupperà quella focalizzata sulla community aziendale. «La digitalizzazione anche qui è stata un potente acceleratore - dice Dimartino – nell’ultimo anno abbiamo messo a punto una nostra piattaforma di e-learning attraverso la quale è stata potenziata l’offerta ai nostri collaboratori».

Si è partiti dalla formazione obbligatoria su sicurezza, salute e ambiente; poi il pacchetto si è arricchito ad esempio sul terreno della cultura manageriale. I numeri sono eloquenti: negli ultimi dodici mesi sono state erogate 7mila ore di formazione a livello di Gruppo (il 50% da remoto) a fronte di una media di 5mila negli anni pre pandemia.

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