RistorExpo. «Portiamo l’allegria
Ma con prodotti etici»

«Il compito degli chef è quello di portare allegria. Ma senza dimenticare mai l’etica di tutti i prodotti che utilizziamo in cucina». Il sorriso di Herbert Hintner potrebbe essere utilizzato come simbolo di RistorExpo

«Il compito degli chef è quello di portare allegria. Ma senza dimenticare mai l’etica di tutti i prodotti che utilizziamo in cucina».

Il sorriso di Herbert Hintner del ristorante “Zur Rose” di San Michele Appiano, potrebbe essere utilizzato come simbolo di questa diciottesima edizione di RistorExpo. E per “Rallegrare il pianeta”, tema della manifestazione erbese, serve la bravura dei migliori chef italiani.

«Sono un cuoco di grande passione - ha spiegato durante la premiazione - e difendo la cultura del cibo. Credo che in questo momento, nel mondo della cucina, ci siano tantissime informazioni ma poca vera conoscenza. I cuochi hanno un’enorme visibilità, ma se stiamo attenti, al supermercato, sui prodotti industriali vediamo che appare spesso la parola chef.. E allora dobbiamo diventare dei maestri che riescano a portare all’estero la nostra cultura che, credo, sia la migliore al mondo».

E insiste: «Tutti noi cerchiamo l’allegria, anche a tavola. Ma per questo, dobbiamo puntare a prodotti che hanno valori etici. Dobbiamo chiederci da dove viene, chi lo ha raccolto, come viene realizzato. Serve soprattutto la trasparenza. Il nostro futuro è quello di essere ambasciatori della società. E come tali diffondere la cultura etica del cibo».

E per questo bisogna tornare alla terra, alla natura. «Con il cibo delle stagioni - sottolinea Hintner - La primavera è una sensazione “verde”, dell’aglio orsino o degli asparagi. L’estate è solare, l’autunno è legato alle radici e ai funghi. E poi c’è l’inverno, con la cucina delle fermentazioni, come i crauti per fare un esempio. Se un cliente esce dal ristorante non felice, è un cliente perso, e noi abbiamo fallito».

E gli fa eco il cuciniere errante Carmelo Chiaramonte: «L’allegria è un argomento serissimo - ha raccontato - perché rigenera l’anima. Quando un cuoco vede le facce dei commensali diventare rosse e sorridere, non ha nemmeno bisogno di chiedere come era il piatto».

Temi che sono cari anche a Cesare Chessorti, presidente dell’associazione cuochi di Como. «La cucina del futuro deve essere allegra - ha esordito - Va bene l’educazione alimentare, ma è importante anche il gusto. Anche l’occhio vuole la sua parte, così come il palato».

Insomma, non bisogna pensare solo alla coscienza di quello che si ha nel piatto, ma anche ai sentimenti che esso genera. «In pratica - continua Chessorti - la cucina deve essere buona, genuina, gustosa e gratificante. Non bisogna cedere alle diete “insipide”, ma andare sempre alla ricerca del buon gusto».

Ma ricordando la chiave di lettura già individuata da Hintner: il rispetto. «Bisogna rispettare i prodotti di casa nostra, ma anche di tutta l’Italia. E conoscerli. Perché questa è cultura e determinati prodotti sono da valorizzare e far conoscere». Certamente RistorExpo, per quanto riguarda le province di Como e di Lecco, è una vetrina fondamentale anche in tal senso. E quest’anno l’obiettivo degli organizzatori e far uscire dalla fiera più persone possibili con un grande sorriso.

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