Economia / Como città
Venerdì 13 Marzo 2015
Staffetta generazionale
Primi due giovani alla Taborelli
Nella tessitura si comincia ad applicare il patto siglato da Unindustria Como
Staffetta generazionale, si parte alla tessitura Taborelli.
Fra sgravi previsti dalla legge di stabilità, alternanza fra lavoratori “anziani” e assunzione di giovani attraverso gli accordi del “ponte generazionale” e nuove norme del jobs act sono diversi i nuovi contratti che ci si prepara ad affrontare anche in Unindustria. «Fra questi – spiega il vicepresidente Fabio Porro – in aggiunta alle tante richieste di informazioni che arrivano dai nostri imprenditori sul contratto a tutele crescenti abbiamo ora il primo contratto col “ponte generazionale” per la Tessitura Taborelli. Per il resto finalmente - commenta Porro riferendosi nello specifico al jobs act - La riforma del lavoro ha messo mano a qualcosa di molto vecchio per la nostra economia».
Alla Tessitura Taborelli, l’azienda di 260 dipendenti di proprietà di Ambrogio Taborelli, presidente della Camera di Commercio, in realtà gli accordi col ponte generazionale sono due e funzionano col meccanismo secondo cui un lavoratore vicino alla pensione riduce il proprio tempo di lavoro in azienda ma senza rischiare contributi e pensione piena. A integrare i contributi versandoli all’Inps è la Regione a titolo di contribuzione volontaria.
«Burocrazia permettendo, il primo accordo con ponte generazionale - dice Taborelli - uno strumento intelligente, ora permetterà a una nostra tessitrice di rinunciare allo stipendio di tre ore senza perdere nulla in contributi. Siamo per fortuna in un Paese in cui la famiglia all’italiana mostra il suo valore, con le nonne che vogliono occuparsi dei nipoti. Il nuovo giovane che vorremmo prendere come apprendista o con le tutele crescenti entrerà solo quando avremo finito la trafila burocratica di questa nostra dipendente, per la quale tutto sta procedendo all’italiana».
Il secondo contratto, aggiunge, «riguarda un autista gravemente colpito da infarto per il quale non c’è stato verso, mentre a Napoli i ciechi guidano l’auto, di fargli riconoscere l’invalidità. Farà un part time, e prenderemo un giovane».
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