Stop alla vendita delle caldaie a gas
«Pochi sei anni, non saremo pronti»

Svolta green Il nuovo regolamento europeo Ecodesign entrerà in vigore l’1 settembre 2029. «Un guaio nelle case più datate: radiatori tradizionali non compatibili con le pompe di calore»

Caldaie a gas, stop alla vendita a partire dal primo settembre 2029. La bozza del regolamento europeo Ecodesign 813/2013, fissando un indice di efficienza al 115% delle caldaie, taglia fuori, di fatto, tutti gli apparecchi a gas. Bocciati anche quelli che utilizzano gas rinnovabili che lavorano con miscele di idrogeno al 20% o con bio-metano. Nella direttiva Case green, erano ammesse le caldaie alimentate con gas verdi, con le nuove regole invece, vengono bocciate. Gli standard stabiliti farebbero rimanere sul mercato solo le pompe di calore elettriche che oggi costano di più anche in merito ai ricambi. Nel settore del riscaldamento residenziale si punta dunque tutto sull’elettrificazione.

Gli impianti

«Va bene virare sull’elettrico. Le nuove costruzioni, se progettate con un certo criterio, vanno già sull’elettrico abbinato al fotovoltaico, una scelta ambientale che permette anche di contenere i costi – spiega Ambrogio Pontiggia presidente Impiantisti Cna Lario Brianza - Il problema riguarda le vecchie abitazioni che hanno radiatori che con la tecnologia attuale non riescono ad arrivare a determinate temperature. Le pompe di calore vanno bene con impianti a pannelli radianti che lavorano con basse temperature. Solo alcune pompe di calore, più grosse e più costose, riescono ad arrivare alle temperature di esercizio che oggi si riescono a raggiungere con il gas».

La pompa di calore non si installa come una caldaia. È composta normalmente da due unità: una posizionata all’interno e l’altra all’esterno. Se una persona vive in una casa indipendente, in caso di sostituzione il problema non sussiste, ma nei condomini e nei centri storici, dove magari sono presenti anche vincoli paesaggistici, lo scenario non è di facile risoluzione. A livello di assistenza inoltre i ricambi delle caldaie hanno prezzi più contenuti e sono generalmente disponibili nei magazzini, quando si rompe una pompa di calore l’attesa è più lunga.

«Le infrastrutture italiane non sono ancora pronte ad affrontare un cambio di grande portata sull’elettrico, è difficile pensare che lo siano nel giro di sei anni – conclude Pontiggia - Il 60% della corrente nazionale viene prodotta con combustibili fossili. Prima di ragionare sugli impianti bisognerebbe pensare a questi problemi strutturali».

Regole e tempi

«Si tratta per ora di una bozza che verrà discussa giovedì 27 aprile – afferma Andrea Berardo vicepresidente del Settore Impianti di Confartigianato Como – Le normative sul riscaldamento vengono revisionate periodicamente perché la tecnologia avanza: sistemi più efficienti che consumano meno». Il ragionamento sullo stop delle caldaie a gas sembra prematuro: «Pensiamo a una casa in un condominio anni Settanta-Ottanta con una caldaia sul balcone a condensazione, poniamo di sostituirla con una pompa di calore: con cosa produco l’acqua calda? Non sarebbe sufficiente. Bisognerebbe cambiare i radiatori presenti nell’appartamento, ma anche tutto l’impianto elettrico che non riuscirebbe a sostenere un impegno così imponente. Bisogna capire cosa succederà giovedì, ma messa così non va bene, gli stessi problemi che abbiano noi, si registrano anche in altri Paesi. Abbiamo un parco edilizio vetusto, va rinnovato prima quello e solo dopo è possibile pensare alle caldaie efficienti, solo quando dentro ho qualcosa che può funzionare bene con i nuovi sistemi».

In Germania le caldaie a gas di nuova installazione saranno fuori legge dal primo gennaio 2024, dovranno essere alimentate almeno per il 65% da energie rinnovabili. Il disegno di legge tedesco prevede un piano di sovvenzioni che va dal 30 al 50% della spesa. Le uniche eccezioni sono previste per i proprietari ultraottantenni.

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