Turismo a Como
«Via le restrizioni
o stagione in fumo»

Luca Leoni, presidente degli albergatori di Confcommercio Como, si rivolge ai parlamentari: «Il Green pass rafforzato è un limite, Spagna e Grecia lo hanno tolto e hanno già il tutto esaurito a Pasqua»

Spagna e Grecia ringraziano: hanno già messo a segno il tutto esaurito per le vacanze di Pasqua.

Questo è il periodo in cui gli stranieri prenotano le loro vacanze e sembra prediligano i Paesi dove le regole sono poche e soprattutto chiare.

Si stima che la perdita per l’Italia dei mille distinguo e del super Green pass versione intransigente potrebbe aggirarsi attorno al 20% di mancati arrivi nella stagione della primavera.

Ad oggi nel nostro Paese non è possibile spostarsi sui mezzi pubblici, inclusi traghetti, né avere accesso a hotel e ristoranti senza super Green pass. Poi forse eventualmente ci saranno aperture, per esempio pranzo all’aperto senza Green pass sì, ma al chiuso no, senza nelle case vacanze ma in hotel ci vorrà e via complicando. Il messaggio che passa il confine è di un ginepraio di regole incerte.

Il contesto

Tutto questo mentre il resto d’Europa allarga le maglie. Della Svizzera sappiamo, noti anche gli inviti a fare shopping e serata da loro, e ieri la Gran Bretagna ha deciso per il “liberi tutti” come già in Danimarca, Svezia, Norvegia, Austria, Belgio, Lussemburgo. Israele comunica con anticipo e chiarezza che da fine mese elimina ogni restrizione, la Germania dal 20 marzo, da venerdì prossimo sarà la volta dell’Olanda.

Hanno precorso i tempi Spagna, Grecia e Portogallo semplificando e agevolando i viaggiatori dall’estero.

«Si tratta di una scelta che oggi è soprattutto politica - ha detto Luca Leoni, presidente degli albergatori di Confcommercio Como, raccogliendo l’appello di Federalberghi - se nel resto d’Europa si stanno alleggerendo le restrizioni, ma anche in Australia che è importante per i flussi turistici sul lago, la sproporzione con le regole italiane ancora in vigore ci penalizza rispetto ai nostri competitor. Serve soprattutto chiarezza e una data certa in cui sarà possibile muoversi nel nostro Paese con almeno le stesse regole degli altri. Noi paghiamo la confusione della normativa, l’incertezza sui provvedimenti e sulla loro durata, con il risultato che gli stranieri prenotano altrove, dove tutto è più semplice e chiaro».

È vero che l’emergenza decadrà il 31 marzo, ma sarà tardi per le prenotazione che si fanno ora, in questi giorni, e i messaggi della politica tendono ad usare il condizionale, insinuando dubbi dove dovrebbe esserci massima chiarezza.

«In questi giorni a Bellagio hanno cominciato a circolare i turisti - continua Leoni - ho visto alcune situazioni in cui sono dovuti uscire dai locali perché non riuscivano a scaricare il Green pass o perché era scaduto» e altri sono stati fatti scendere dai treni, visto che solo da noi la durata della vaccinazione è stata ridotta a sei mesi.

«Gli alberghi hanno bisogno di programmazione per organizzare le aperture, per assumere personale - conclude Luca Leoni - non possono improvvisare, come non improvvisano gli stranieri che decidono con anticipo di mesi le loro vacanze. Siamo molto preoccupati sia per gli alberghi del lago che per la città e la Brianza».

I costi

A tutto questo si aggiunge che un albergo medio quest’anno pagherà il 20% in più in bolletta dell’analogo tedesco e francese. Bollette che stanno subendo aumenti del 70%, prezzi impossibili da ribaltare sul costo delle camere e i listi prezzi della stagione 2022 sono stati stilati l’anno scorso, quando i costi dell’energia erano ancora stabili.

Per questo Federalberghi ha chiesto anche interventi sugli oneri di sistema e Iva, oltre al riconoscimento del credito di imposta sugli aumenti dell’energia.

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