Valentino, sfilata con lode
Rilancia giacca e cravatta

Presentata in Università Statale la collezione uomo per la primavera-estate 2024: l’accessorio diventa simbolo di individualità, in modo giovane e inedito

In giacca, camicia e cravatta, sopra shorts a mostrar la gamba. E in vista anche i calzini scuri, una volta banditi dal galateo maschile, con la scarpa formale. È il riscatto del nodo che torna addirittura nel guardaroba estivo sulla passerella di Valentino, ieri primo appuntamento della fashion week milanese dedicata alla spring / summer 2024.

Decontestualizzata dalla maison, la cravatta diventa simbolo di libertà e individualità, con una connotazione contemporanea che guarda in particolare ai giovani. Non è un caso che il brand abbia scelto come location per il défilé il cortile dell’Università degli Studi, dove si formano i manager del futuro. Neppure casuale il titolo “Narrazioni” visto che nella stessa sede e occasione, il direttore creativo della maison, Pierpaolo Piccioli, ha parlato della sua moda in una conversazione con gli studenti.

In passerella le “Narrazioni” partono direttamente dalla sartorialità, mettendo in discussione vecchie convenzioni, regole, strutture gerarchiche così che gli archetipi della tradizione, un tempo emblema di potere e successo, possano ora essere indossati da una nuova generazione come espressione di individualità. I blazer e i cappotti sartoriali sono portati appunto con shorts corti, addolciti e resi più casual. Sui completi total white spicca il nodo nero, su quelli total black il nodo bianco. Le tute da lavoro evolvono, sono trattate con delicatezza. Emblema di affetto e tenerezza, in alcuni modelli sono teneri fiori a chiudere le camicie come un ricordo ancora della cravatta: sbocciano sui revers, intimi e romantici, emblema di fragilità della vita in cui per Piccioli si può trovare una forza, così come nella dolcezza un potere, nell’imperfezione una perfezione. Perfezione che si ritrova nella collezione di Brunello Cucinelli, nel segno di una ritrovata eleganza, da declinare secondo la propria personalità. «Nella nostra fabbrica ripariamo indumenti rovinati, pullover di cachemire mangiati dalle tarme che restituiamo ai clienti come nuovi», dice l’imprenditore umbro. E come si potrebbero buttare outfit come quelli presentati ieri nella sede del brand: completi con pantaloni morbidi, da sempre ago della bilancia per definire lo stile senza sforzo, giacche sartoriali leggermente allungate, outerwear e trench in forme ampie e fluide, valorizzate da tessuti leggerissimi e performanti. La palette cromatica è fresca, accanto ai neutri spicca il rosa.

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