Voto contro la tassa posteggi
E i frontalieri in assemblea

Dal Ticino la contestazione dell’imposta arriva con 20mila firme e il referendum a giugno. Ma intanto anche i lavoratori stranieri si muovono, questa volta con tutti i dubbi sull’accordo fiscale

La tassa sui posteggi, voluta dal Canton Ticino, scatena il referendum: sono state raccolte 20mila firme dalle forze economiche e il voto arriverà a giugno.

Ma intanto si muovono anche i frontalieri non convinti dall’accordo fiscale tra Italia e Svizzera, che ancora dev’essere approvato dai due Parlamenti. Per sabato 30 gennaio è stato convocato il cosiddetto Frontaday via Facebook. È ora di agire, è il monito espresso nell’annuncio sui social: ci si troverà alle ore 15 nell’aula Bennet di Ponte Tresa. Preoccupa soprattutto la doppia imposizione ai lavoratori frontalieri (oltre 61 mila di cui più di 24mila comaschi).

Alta la tensione comunque anche tra i ticinesi per l’altro tema caldo, l’imposta di collegamento introdotta dal governo ticinese con la chance di incassare 18 milioni di franchi. «Tutto parte dalla considerazione -aveva detto a “La Provincia” Stefano Modenini, direttore dell’Aiti, l’associazione dell’industria ticinese che si è mobilitata con forza - che soprattutto i lavoratori provenienti dall’Italia tendono a spostarsi inevitabilmente con l’automobile, in gran parte una persona per vettura. Abbiamo lanciato il referendum perché pensiamo che sia giusto che il popolo decida se vuole pagare circa 1.000 franchi in più d’imposte l’anno».

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