Tant'è che le repliche del partito che sostiene il sindaco assomigliano a un campionato mondiale di arrampicata degli specchi. Non sì può però fare a meno di rilevare come artigiani e commercianti facciano parte di quel popolo delle partite Iva che rappresenta da sempre il blocco sociale di riferimento del movimento politico guidato da Silvio Berlusconi. Il caso Como può anche essere inquadrato in un malcontento generale di queste categorie (a cui si aggiungono gli imprenditori che da qualche tempo hanno marcato le distanze dal centrodestra, anche nel Comasco), evidenziato con il voto nel primo turno delle elezioni amministrative, ma possiede una peculiarità propria e originale. Il punto di rottura e di non ritorno nei rapporti sembra vicino se non superato. Certo, nel caso dei commercianti pesa la questione movida, in cui il comune, non del tutto a torto, tenta di tutelare anche le ragioni dei residenti del centro disturbati nel sonno. Ma questo non basta a giustificare la durezza e la nettezza delle critiche espresse da Confcommercio. Non a caso la Lega ha alzato le antenne e sembra pronta a valutare un distacco dal Pdl in ambito locale anche a prescindere dall'evoluzione del quadro generale. I lumbard vedono nella presa di distanza delle categorie dal Pdl un'occasione per intercettare i consensi in libera uscita. Ma il movimento di Umberto Bossi e Leonardo Carioni ha gestito per questi quattro anni l'amministrazione assieme al partito di Stefano Bruni e avrà un bel da fare per convincere gli elettori a separare le responsabilità. Le sortite di artigiani e commercianti aprono insomma una partita inedita in vista del voto amministrativo del prossimo anno. Il Pdl dovrà cercare di riconquistare le categorie perdute. Conterà molto allora, anche se forse non basterà, il candidato sindaco. Del resto, anche le recenti consultazioni ci hanno detto che gli elettori non guardano più ai partiti ma alle persone. E se queste ultime non funzionano, possono anche chiamarsi Silvio Berlusconi che non sono votate secondo le aspettative. Nel caso del Pdl, c'è poi da sottolineare un paradosso. Il partito, per colpa della cattiva gestione del comune di Como, rischia di perdere quel blocco sociale che il suo coordinatore provinciale, Alessio Butti continua a coltivare con accortezza nella sua veste istituzionale di senatore. A questo punto, la scelta dello stesso Butti come candidato sindaco potrebbe anche rivelarsi una strada obbligata. Ma basterà? E l'opposizione comasca si lascerà sfuggire l'ennesimo treno? La partita si annuncia appassionante. Si spera vinca la città.
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