Una specie di vizio maledetto che accompagna signori, anche con la esse maiuscola nel caso specifico, che non si accontentano di vivere tra privilegi e immunità, non si limitano a gestire un salario che si aggira spesso tra i venti e i trentamila euro mensili, no, di più, sempre di più, drogati dal gioco, videopoker, scommessa clandestina e legale, casinò ma se in quest'ultimo sito l'azzardo fa parte dell'avventura, nel calcio anche il croupier bara, è lui che ispira e detta le puntate, è lui che decide, pilota il risultato,è lui che determina la vincita e la vittoria, addirittura l'ammonizione e l'espulsione.
E' un fenomeno mondiale, niente affatto sotterraneo, si gioca e si punta dovunque, l'Uefa ha denunciato almeno duecento partite sospette" in Austria, in Bosnia, in Croazia, in Germania, in Svizzera, in Ungheria, in Slovenia, in Turchia, in Belgio, roba piccola di serie inferiori ma anche champions ed euroleague, l'importante è che si profili la possibilità di fare cassa e nera, esentasse, in modo illecito comunque e dovunque.
Un malato terminale, ormai, senza possibilità di rimedio. Non soltanto il doping che uccide ma un altro tipo di sostanza dopante, il senso del potere, dell'impunità, la fame di denaro che giustifica qualunque atto, criminale addirittura come quello di Cremona, appunto, con il bicchiere d'acqua "avvelenata". Non ci sono alibi. Non devono esserci giustificazioni.
Cinque anni fa, per molto meno (nessuna partita fu "addomesticata" dai tesserati in campo), la giustizia sportiva decise di tagliare teste e corpi, penalizzando, retrocedendo, squalificando. Se il Palazzo dovesse adottare lo stesso criterio il campionato di serie B e quello di Lega pro salterebbe in aria, all'Atalanta e al Siena verrebbe cancellata la promozione in A ma a differenza del duemila e sei qui non c'è uno scudetto da assegnare a tavolino, qui ci sono promozioni da definire (e dunque soldi pesanti, tra diritti televisivi e sponsorizzazioni), play off da ridiscutere, una stagione da annullare. In caso contrario, le società "innocenti", fuori dalla vicenda delle scommesse, potrebbero, e lo faranno ne sono certo, ricorrere immediatamente alla giustizia per far valere i propri diritti.
In fondo ne sentivamo il bisogno, i politici nostrani già avevano offerto il meglio di sè, i preti liguri anche, gli uomini della finanza internazionale avevano dato una mano alle colf, era opportuno che il calcio italiano, in assenza di coppe, trofei e tituli, desse un chiaro segno, al resto del Paese e dell'universo, della propria esistenza. Direi miserabile. C'era da scommetterci.
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