Quindici anni dopo la musica è cambiata, non il baccano. Non c'è giorno in cui non giunga al giornale la lettera di protesta di un lettore o degli inquilini di interi caseggiati, che hanno la sfortuna di ergersi nei pressi di un locale particolarmente alla moda. La spirale che si innesca è sempre la stessa. Prima timide proteste, poi telefonate sempre più insistenti ai vigili, le lettere al giornale, la rabbia, senso di impotenza, desolazione... Il Comune ha tentato di mettere una volta per tutte un argine al debordare di qualche locale, ma agendo come al solito con la finezza con cui un elefante tenta di imbrigliare una mosca. Risultato: padroni dei bar imbufaliti, ricorsi al Tar, residenti scontenti e i clienti che non hanno fatto una piega, continuando la caciara. Ora si è tornati al punto e a capo, cercando questa volta di condividere con i gestori dei locali un percorso, consci che una soluzione può essere trovata soltanto se si rema tutti dalla stessa parte e nessuno si tura le orecchie. Staremo a vedere o, meglio, a sentire. Nel frattempo ricordiamo che più delle pezze conta la foggia dell'abito: la questione si risolve con regole chiare e una progettualità ampia. La regola chiara dev'essere che in centro storico o in qualunque quartiere ad alta densità abitativa si chiude a mezzanotte, massimo all'una. La progettualità invece sta nell'individuare alcune zone dove la fascia di apertura può essere più ampia, perché noi li chiamiamo fracassoni ma fracassoni lo siamo stati tutti, anche noi, quand'avevamo un'età in cui fisico e mente non battevano ciglio se andavi a letto alle quattro e alle sette suonava la sveglia. Non scopriamo l'acqua calda. Lo stesso sindaco Bruni ha parlato dell'area dei giardini a lago, ad esempio. Peccato che, come sempre gli è capitato in questi quattro anni di mandato, passare dalle parole ai fatti gli è più arduo che pescare a mani nude un'anguilla. Fin che c'è vita però c'è speranza. Lo auspichiamo per i giovani comaschi e soprattutto per gli abitanti nei pressi di una discoteca: hanno anch'essi diritto a riposare in pace, senza attendere di passare a miglior vita.
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