Per il resto, se c'è un referendum che parla direttamente ai cittadini è questo. Il nucleare fra opportunità energetiche e paure ancestrali, l'acqua bene pubblico o spreco pubblico.
Se ci sono argomenti attorno ai quali un popolo non ha soltanto il diritto, ma anche il dovere di fermarsi a riflettere, sono questi. E se c'è un governo che incomprensibilmente consiglia di infischiarsene, è questo.
A conferma di una difficoltà evidente di tornare a parlare al paese dopo mesi trascorsi a parlare d'altro. Che assurdo invito.
Il cittadino deve accorrere in massa per votare sindaci, consiglieri e parlamentari ogniqualvolta la politica lo imponga, ma quando si tratta della sua pelle deve andare a giocare a beach volley.
Venticinque milioni trecentotrentaduemilaquattrocentoottantasette (25.332.487) voti. Più del doppio dei telespettatori che guardano in Tv la nazionale di calcio e il festival di Sanremo. E' il quorum, senza il quale il referendum diventa tempo perso e milioni di euro pubblici gettati via.
Un'asticella altissima da superare, vale la pena provarci.
Anche per salvaguardare scaramanticamente la stabilità della maggioranza che continua a consigliare di "andare al mare".
A parte che si può votare alle nove di mattina e alle nove e cinque sbilanciarsi verso Pietra Ligure, ma in assoluto il "me-ne-frego" berlusconiano porta male. Ne sanno qualcosa i socialisti, che esattamente vent'anni fa vennero invitati da Bettino Craxi a raggiungere le sdraio e il calippo invece delle urne. Il tema era la preferenza plurima, che a scorno del leader sferico fu abolita a favore di quella unica con il 95,6% di sì.
La tornata inaugurò incidentalmente l'ultima stagione del craxismo, quella delle tangenti e delle manette.
Non vogliamo entrare nel seggio con voi, cari lettori. Gli argomenti sono seri, attengono alla vita stessa della società, delle famiglie, dei nostri figli. Le spiegazioni dei giornali (anche del nostro) e dei programmi tv sono state esaustive delle ragioni del sì e del no.
Certo, è difficile pensare che un bene primario come l'acqua possa essere privatizzato, anche se la gestione pubblica è vergognosa per sprechi, incuria e moltiplicazione di poltrone parassitarie dentro le municipalizzate. Certo, è difficile che sull'onda emotiva di Fukushima si possa analizzare con lucidità l'importanza di un'energia nucleare sicura per il pianeta, ad oggi ricattato dal petrolio e illuso dall'inconsistenza delle energie alternative.
Il referendum è serio perché i temi sono seri. E noi lo rispetteremo fino all'ultimo quesito, il legittimo impedimento del premier.
Si sono espressi fino alla noia Camera, Senato, commissioni, leader di partito, magistrati, Csm e parrucconi vari.
Che male c'è se oggi e domani si esprimono anche gli italiani?
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