Per noi è un piccolo grande scandalo. Anche perchè la stessa acqua, prima di entrare nel Lario e dopo esserne uscita, vale più di qualche spicciolo. Vale i milioni di euro che giustamente la Valtellina riesce a incamerare per lo sfruttamento delle dighe a monte. Vale 700 milioni di euro all'anno per le aziende agricole delle province di Milano e di Pavia. Vale 190 milioni di euro per le centrali idroelettriche a valle. E vale 5 milioni ogni anno per la Regione Lombardia che ne riceve un canone come se fosse solo cosa sua. Insomma, dall'acqua del nostro lago - e ancora di più, dallo sfruttamento del Lario come enorme vasca da bagno a cui attingere secondo necessità - tutti guadagnano qualcosa tranne i comaschi e i lecchesi. All'universo mondo i vantaggi, a noi i problemi: rive devastate, smottamenti a lago, manutenzioni di ponti e chiuse. E le allegre esondazioni alla base dell'idea più geniale del secolo. Indovinato? Il muro in piazza Cavour a Como.
Di fronte a una situazione francamente ingiusta (e anche un po' vergognosa) il nostro giornale ha aperto un'inchiesta sulle acque, ha chiesto pareri, ha bussato a porte, ha provato a sensibilizzare la classe politica del territorio per verificare l'esistenza di soluzioni favorevoli. E ha scoperto che la paga per l'acqua era stata decisa in qualche spicciolo per il ripopolamento delle alborelle. Perchè i soldi veri a tutti tranne che a noi? Perchè contiamo poco, perchè i nostri politici a Roma hanno dormito. Eppure l'argomento è sentito, è ritenuto così fondamentale da essere diventato oggetto di referendum. Sull'acqua non si scherza e il risultato della consultazione ne è la più seria conferma. Lo hanno capito Nicola Molteni ed Erica Rivolta della Lega Nord che hanno presentato un emendamento alla Camera proprio allo scopo di far avere ai paesi del lago un risarcimento di partenza per i danni provocati alle variazioni del livello regolato dalla diga di Olginate: 250.000 euro, meglio che niente. Nella vita si parte con poco. E l'importante di questi tempi è partire.
Purtroppo ciò non è avvenuto. Emendamento inammissibile, ha detto il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti del Pdl, alleato evidentemente non così d'acciaio. E' bene sapere che nei palazzi romani della politica volere è potere. E l'esperienza insegna che nei decreti Omnibus e nei decreti Milleproroghe si infila di tutto, anche i cambi di biancheria della zia. La corsa è interrotta, ma non è finita. Nicola Molteni ha detto che ci riproverà e che farà inserire l'emendamento Lario nella Finanziaria. Se per una volta i parlamentari del territorio riusciranno a fare squadra (e noi saremo qui a verificarlo), è possibile che l'acqua del lago torni ad avere il valore che merita. Un po' più alto di qualche chilo di alborelle.
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