Chiamato dal Cavaliere sul palco, al suo fianco, il giovane Alfano è apparso anzitutto il prodotto di un'altra generazione, tanto da dare all'immagine dei due uomini affiancati quasi il visibile significato di un passaggio di testimone. Vero che si è affrettato a rassicurare gli entusiasti del Cavaliere (ce ne sono ancora, checché se ne dica) sul fatto che sarà ancora lui a vincere le elezioni del 2013, ma questo non toglie nulla a un contrasto che era impossibile non cogliere e che, benché non significhi certamente la prossima uscita di scena di Berlusconi, tuttavia un qualche significato lo ha di certo. Il rinnovamento del partito, dunque, incomincia dall'anagrafe. E c'è infatti un altro dato anagrafico sul quale conviene fermare l'attenzione: quello della nascita. All'uomo di Arcore si affianca l'uomo di Agrigento, a un partito apparso in troppe occasioni una forza attenta soprattutto - se non soltanto - al Nord, succede un'organizzazione che, a partire dalla provenienza del suo segretario politico, dichiara a tutte lettere l'intenzione di guardare attentamente anche a Sud. Forse è troppo leggere in questa scelta l'intenzione di restituire una delle tante gomitate nei fianchi ricevute ultimamente dagli alleati della Lega, ma non è inverosimile la volontà di operare su scala nazionale un riequilibrio del quale, evidentemente, si avverte la necessità. Magari in modo particolare dopo le vicende elettorali di Napoli.
Infine, sempre in tema di discontinuità, Alfano ha incominciato a far capire che non intende il suo ruolo come quello di un docile esecutore di ordini, affermando esplicitamente che "il Popolo della Libertà deve essere il partito degli onesti". E' vero che ha definito Berlusconi "un perseguitato dalla giustizia" (sarebbe stato bizzarro che, proprio lui, non l'avesse fatto) ma ha subito aggiunto che all'interno del partito "non tutti gli altri lo sono". Non è un'osservazione neutra come quelle sullo stato del tempo, questo significa mettere intenzionalmente i piedi nel piatto ed equivale all'annuncio di un drastico mutamento di rotta, che potrebbe portare a un'operazione pulizia di dimensioni vistose e sicuramente non indolore. Vedremo presto quanto il nuovo segretario politico sarà in grado di metterla effettivamente in atto. Ma non c'è dubbio che anche il solo annuncio è un segnale, e non il più trascurabile, che qualcosa sta davvero cambiando.
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