In un momento drammatico per la tenuta economica del nostro Paese tutti dovrebbero sentirsi in dovere di dare il proprio contributo, anche se a fronte di una sensibile riduzione dei servizi essenziali garantiti al cittadino. Eppure il recente invio di centinaia di ingiunzioni ad altrettanti lavoratori, ai quali il fisco chiede il pagamento di una fantomatica "Tassazione separata" legata al Tfr, suona come una vera e propria vessazione. Perché frutto di un complesso e cervellotico balzello su redditi già tassati, perché regala la sensazione che il fisco finisca per gettare l'esca sempre nello stesso lago cercando di far abboccare sempre i medesimi pesci e perché, in un momento in cui si annunciano e si chiedono nuovi sacrifici, il fiato sul collo dell'Agenzia delle Entrate suona come un oboe in un quartetto d'archi: inappropriato.
Lo stesso può dirsi per l'altra pioggia di lettere che sta investendo in modo quasi indiscriminato i contribuenti: la pretesa della restituzione del bonus bebè a coloro che, si è scoperto, non avevano i requisiti per incassarlo. Se non si può far altro che condividere la mano pesante nei confronti dei "furbetti" che hanno intascato indebitamente i mille euro solo per aver appeso un fiocco rosa o azzurro alla porta, dall'altro non si può non ricordare le lettere firmate dal presidente Silvio Berlusconi in periodo pre-elettorale e indirizzate direttamente al nascituro: «Lo sai che la nuova legge finanziaria ti assegna un bonus di mille euro? I tuoi genitori potranno riscuoterlo presso l'ufficio postale». Nessun cenno, nelle parole del premier, sui requisiti indispensabili per incassare quei soldi. Anni dopo, l'amara sorpresa. Con l'aggravante che la restituzione avviene in un momento in cui la manovra di Tremonti per riequilibrare i disastrati conti dello Stato si traduce in un'autentica mazzata per le famiglie, con sacrifici superiori ai 900 euro l'anno.
Quando il fisco prende le sembianze di quel lugubre conte della Transilvania con il sorriso abitato da canini abnormi, aumentando la pressione fiscale a senso unico e trasformando le norme tributarie in un'inestricabile giungla di commi, articoli e oscuri balzelli, lo Stato finisce per perdere i principi di uguaglianza, solidarietà, libertà e giustizia su cui si basa la nostra Costituzione. E si trasforma in un'entità iniqua e vessatoria.
Ma l'orlo del baratro è sempre più vicino e dunque ben vengano sacrifici e sforzi, se questi aiuteranno a rimettere in piedi l'Italia. Ma che siano i sacrifici e gli sforzi di tutti e non dei soliti noti. Anche perché a pescare sempre nello stesso lago, oltre a essere un'ammissione di impotenza di fronte agli evasori, si finisce per esaurire in fretta i pesci, precipitando il Paese nell'abisso.
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