Ora è la volta dell'assessore leghista Diego Peverelli che, sfiduciato dal consiglio comunale, è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra dell'amministrazione provinciale come primo dei non eletti. A fargli spazio, questa volta, è stato l'Armando "Mandell" Valli di Lezzeno, che il suo personalissimo Superenalotto già l'aveva vinto con l'elezione al Senato della Repubblica. Due esempi recenti e recentissimi, certamente non sovrapponibili (Cattaneo non si è neppure candidato a Como, mentre Peverelli quantomeno era il primo dei non eletti in Provincia), ma che rendono in modo eloquente la considerazione dei partiti per gli elettori. Cioè zero.
Purtroppo essere trattati da popolo bue ormai è la regola e ci stiamo pure abituando, senza fiatare. A partire da Roma, dove la Casta trova sempre il modo di salvaguardare prebende e privilegi (l'ultima con la manovra Tremonti) e il "Porcellum" ha scippato ai cittadini il diritto di scegliere deputati e senatori per consegnarlo alle segreterie di partito, per arrivare a Como, dove si sale e si scende dagli enti come alla fermata del tram.
La degenerazione della politica non conosce ostacoli. Ormai le istituzioni sono usate alla stregua di "cosa nostra" dai partiti, che la fanno da padroni in modo sfacciato e arrogante. Hanno perso valore, sono diventate terreno di caccia - al limite del bracconaggio - per le segreterie, precipitando al livello di molte società pubbliche che animano quel sottobosco da sempre funzionale a placare i pantagruelici appetiti dei "trombati".
Non stiamo a discutere le singole persone protagoniste di questi casi. È quel sottile filo rosso che parte da Roma e arriva fino alla periferia del regno che lascia sconcertati. È l'uso delle istituzioni, francamente scandaloso, che fa rabbrividire. Nella capitale come nella periferia insubrica sono sempre pochi oligarchi a decidere in nome del popolo, e i pochi volti nuovi che ogni tanto fanno capolino finiscono immediatamente ostaggio di altre loghiche. Non certo il bene dei cittadini, ma dei soliti poltronifici politici.
Se almeno garantissero un'amministrazione decente ce ne faremmo una ragione. Invece no. Qui sul Lario è tutto paralizzato, come mostrano mirabilmente i disastri inanellati dal Comune di Como negli ultimi anni (e la Provincia non brilla certo di luce propria). Insomma, purtroppo è ormai chiaro a tutti che le istituzioni - anche a livello locale - non funzionano più come dovrebbero. Di più. Sono letteralmente incartate.
E allora? Forse limitare l'uso disinvolto del tram chiamato... istituzioni non sarà la panacea di tutti i mali, ma è comunque urgente mettere in atto correttivi drastici per evitare in futuro di rivedere i politici saltellare senza regole da una poltrona all'altra, in spregio alla volontà degli elettori. Visto che non ci arriva l'etica, né il senso delle istituzioni, né tantomeno il senso del ridicolo.
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