Per una maggioranza - se ancora così la si può definire - che non avesse già collezionato durante questa esperienza amministrativa tutti gli smacchi e tutte le figuracce possibili, questa del mancato raggiungimento di un obiettivo fondamentale, già da troppo tempo rinviato, dovrebbe essere riconosciuta come una devastante dimostrazione di inadeguatezza.
In realtà, la notizia finisce per passare quasi sotto silenzio, quasi che il piano di governo del territorio non fosse quello strumento fondamentale per il futuro della città che invece è, o che comunque il suo rinvio non fosse il fatto di straordinaria gravità che è sotto gli occhi di tutti.
E' probabile che la ragione di questa eccezionale sottovalutazione da parte dell'opinione pubblica vada ricercata in una massiccia assuefazione alle cattive notizie che giungono da Palazzo Cernezzi, una sorta di costante degli ultimi tempi.
In altre parole, è davvero così grave il fatto che non si riuscirà ad approvare il piano del governo del territorio in una città che ha sotto gli occhi il fallimento dell'operazione Ticosa, ormai sospesa in un limbo impenetrabile agli occhi del cittadino, o la rinuncia (anche questa silenziosamente fatta passare) a un progetto organico per l'area dell'ex ospedale psichiatrico, o l'oblio totale nel quale è caduto il discorso della metro tranvia che, secondo il primo cittadino, avrebbe dovuto essere l'opera qualificante di questa amministrazione, o ancora la tragicomica gestione dell'operazione paratie e lungolago? C'è chi, francamente, ne dubita.
Non certo perché il piano di governo del territorio sia una bazzecola o perché l'urbanistica debba essere considerato un fumoso esercizio del quale fare tranquillamente a meno (se qualcuno lo pensasse, gli basterebbe dare un'occhiata a Como e alle conseguenze proprio del lungo sonno dell'urbanistica) quanto piuttosto perché il piano elaborato sarebbe ampiamente, molto ampiamente, passibile di miglioramenti.
In effetti, è vero che del fondamentale documento in città si sa molto poco, al di là delle generiche rassicurazioni, provenienti dall'interno del Palazzo, su uno strumento "di rigorosa tutela del territorio", forse per cercare di controbilanciare - quando i buoi sono ormai usciti dalla stalla - gli orrori degli ultimi anni. Quel che è certo è che al futuro prossimo della città ci hanno pensato gli "esperti", nel chiuso delle stanze comunali. Era stata annunciata - con le strombazzature di rito - una costruzione della nuova urbanistica fatta non solo in una casa di vetro, ma addirittura in stretto contatto con le categorie economiche e le associazioni professionali, con le quali il Comune avrebbe dovuto confrontarsi passo dopo passo. La realtà è che il piano verrà discusso quando sarà pronto e impacchettato. Una sorta di "prendere o lasciare", imposto da un'amministrazione comunale moribonda, che resta in sella ormai esclusivamente per un eccesso di caparbietà.
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