Meglio quindi un'onorevole chiusura dei conti ancora in forze e con il portafogli fornito, che una vecchiaia trascorsa a timbrare il cartellino in attesa di qualcosa che si allontana come la carota che una volta i carrettieri appendevano davanti al muso dell'asino per farlo marciare.
Narrano le statistiche di un'alta percentuale di “morti secche” pochi mesi, o addirittura giorni, dopo l'andata in pensione del soggetto, per l'improvviso stravolgimento del ritmo di vita, il crollo dell'adrenalina e il conseguente affiorare di ogni tipo di magagna, anticamera della tomba, raggiunta senza nemmeno ritirare la prima mensilità.
Infarti, come quello capitato al re degli aforismi, oppure depressioni fulminanti da mancato caffè davanti alla macchinetta, colpiscono il neo pensionato, beffandolo proprio sul filo del traguardo, dopo quarant'anni di contributi e scene isteriche delle mogli che si vedevano sfumare, come una diapositiva, l'agognata crociera di fine rapporto.
Il governo scherza con i pensionabili come Beep Beep con Wile Coyote, spostando in avanti l'età nella speranza che la statistica si rafforzi ulteriormente e la percentuale di decessi dovuti alla nostalgia del capufficio cresca esponenzialmente, così da risparmiare denaro, utile poi ad aumentare gli stipendi dei parlamentari, ed evitare che il pensionato, come avrebbe detto il grande Gino Patroni, «si ferisca con i ritagli di tempo», incidendo così sul bilancio sanitario nazionale già fuori scala.
Per Tremonti e associati, infatti, il lavoratore è simile a un criceto nella ruota, se non schiatta nel vorticare delle otto ore, lo potrà fare con comodo una volta spremuto ben bene e raggiunta la fatidica età pensionabile, che è ormai consigliabile mettere in un terno secco, forse statisticamente più sicuro.
In questo modo, un'immobilità gattopardesca grava sul mercato del lavoro, con la gerontocrazia che occupa la gran parte degli spazi utili e i giovani motivati e ben laureati che a trentacinque anni operano come baby sitter (le femmine) e dog sitter (i maschi) e abitano nella casa, vuota, dei genitori al lavoro fino alle nozze d'argento.
In attesa che l'Istat - sostituitosi al buon Dio per chi crede, e al patrimonio genetico per gli scettici – calcoli l'aspettativa di vita per ognuno di noi e di conseguenza ci ammannisca la pensione, cresce il dato di vendita degli amuleti e il fatturato di maghe e cartomanti, e a gran voce si chiede la ristampa di “Comma 22”, libro profetico di Joseph Heller in cui si racconta dell'assoluta impossibilità di scegliere, in questo caso il proprio futuro, perché esiste una sola via tracciata. Per gli anziani quella di un sereno trapasso dietro la scrivania, e per i giovani la speranza che ciò avvenga il più presto possibile.
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