Voci francamente inaccettabili in tempi di vacche grasse, figuriamoci ora che, l'uno più e l'altro meno, ci troviamo tutti con le pezze ai pantaloni. Bene, vogliamo chiedere ai cittadini lombardi quanto siano indispensabili le sedi che l'amministrazione regionale ha aperto, senza badare a spese, nei capoluoghi di provincia? Questi Pirellini sono piccole cattedrali, quasi sempre deserte utilizzate per lo più come sedi di rappresentanza quando governatore, assessori e consiglieri si spostano sul territorio. E se le vendessimo? Va di moda argomentare sull'inutilità delle Province ma una bella sforbiciata a queste sedi periferiche porterebbe di sicuro un notevole risparmio.
I ministeri, a guardarli da quassù, hanno le fattezze di giganteschi monumenti allo spreco in cui predominano ottusità della burocrazia e cultura clientelare. L'esatto contrario cioè di quell'operosità lombarda che sentiamo nel nostro Dna. Ma attenzione ai luoghi comuni perché certe operazioni, made in Milano, fanno storcere il naso. Una domanda: a cosa serve la carta regionale dei servizi? Sono quasi certo che la usate, come me, come codice fiscale e in farmacia come tessera sanitaria. In più occorre per la benzina scontata e, se fumate, per comperare le sigarette al distributore automatico. Il lettore che avrei dovuto attaccare al pc per fare da casa un miliardo di cose, lo confesso, ce l'ho ancora impacchettato. Ma quanti lo hanno utilizzato? Una meraviglia tecnologica che avrebbe dovuto cambiare la vita e che ai lombardi ha solo sgonfiato il portafogli. E spero sia solo propaganda quella del varesino Alessandro Alfieri, il consigliere regionale del Pd che ha calcolato in oltre duecento euro a testa, neonati compresi, la spesa sinora sostenuta per questa benedetta carta, gestita guarda caso da un carrozzone pubblico qual è Lombardia Informatica (se qualcuno se lo compra ecco un bel “gioiello” di famiglia da mettere sul mercato).
Formigoni ha ragioni da vendere quando dice che i sacrifici, per essere accettati, vanno equamente distribuiti. E, certo, la casta romana dei parlamentari ha raggiunto, persino a tavola, privilegi che gridano vendetta. Ma che dire, al Pirellone, dell'esercito di politici e del corollario di portaborse, portavoce, veline e teste d'uovo che si portano appresso? Ottanta consiglieri regionali sono un'esagerazione e c'è poco da festeggiare se altre Regioni sono peggio di noi. Soprattutto se ciascun eletto porta a casa uno stipendio netto - tra indennità di funzione, spese di trasporto e diaria – di oltre 10mila euro netti al mese a cui può aggiungersi un ulteriore generoso rimborso per le missioni, circa 36 mila euro per stipendiare un collaboratore e un trattamento da mandarini su indennità di fine mandato (dodici mensilità in un colpo solo dopo cinque anni) e assegno vitalizio calcolato con il vecchio sistema retributivo (basta una legislatura per maturare una pensione di circa 1200 euro al mese). Non c'è il roast beef a due euro (un pranzo al self service del Pirellone costa 6-7 euro), ma c'è di sicuro tanto da tagliare prima di far pagare alle famiglie lombarde i tagli decisi dal governo.
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