Il confronto, per chi vive a Como, è mortificante. Di più, brucia. In Ticosa, dopo i fuochi d'artificio del gennaio 2007 e il lungo contenzioso con Multi, è tutto fermo da anni e all'orizzonte - forse a settembre - c'è solo la bonifica di un'area ormai trasformata in una jungla. Altro che l nuovo quartiere, le piazze, gli autosili, via Grandi interrata. Idem come sopra per il cantiere delle paratie, fermo da gennaio e con un futuro altrettanto incerto dopo il commissariamento di Sacaim.
Ma come? Quando si muove il Comune fa solo guai (emblematico il disgraziatissimo secondo mandato della giunta Bruni) e quando si attiva la Regione fila tutto liscio come l'olio? Prima l'ospedale, ora il primo lotto della tangenziale di Como. Avanti tutta sempre e comunque. A rullo, non c'è Natale, Pasqua o Ferragosto che tenga. Roba da chiedere un commissariamento ad "hoc" per la nostra disastrata città, affidando le grandi opere all'ala protettiva della Regione o del suo braccio operativo, Infrastrutture Lombarde (il nuovo Sant'Anna porta la sua firma e la tangenziale è opera di Cal, partecipata al 50%).
Tutto bene, quindi, almeno per il primo lotto? In apparenza sì. L'amministratore delegato di Cal ha confermato ieri che il cantiere procede spedito (ce ne eravamo accorti) e che il cronoprogramma sarà rispettato. Il che significa due cose, come ha detto Rognoni: conclusione dei lavori entro il 31 dicembre 2013 e apertura al traffico veicolare all'inizio del 2014.
Possiamo star tranquilli, quindi? Sembrerebbe proprio di sì, amor proprio comasco a parte. Ma questa volta - a differenza di quanto avvenuto per l'ospedale - non è tutto oro quel che luccica e l'ennesima beffa è in agguato dietro l'angolo. Lo stesso amministratore delegato di Cal ha ribadito ieri che «per poter realizzare il secondo lotto all'interno della procedura di Pedemontana servirebbero 450 milioni dallo Stato, soldi che non ci sono e non ci saranno almeno per cinque anni».
Sì, avete capito bene, proprio cinque anni. L'unica soluzione, quindi, per Rognoni è di «inserire il lotto all'interno della Varese-Como-Lecco». Insomma, non c'è un quattrino per completare l'opera e la Regione continua a rilanciare su un'alternativa che non dirada affatto le nebbie. Al punto che si è aperto un violentissimo contenzioso con la Provincia, che ha puntato i piedi contro lo stralcio del secondo lotto, ricordando che in tutti documenti - a partire dall'accordo di programma - si parlava di «sistema tangenziale da realizzare nella sua interezza».
Una querelle tra istituzioni che interessa davvero poco i cittadini, che badano alla sostanza. E la sostanza qual è? Eccola: il primo lotto, da solo, è perfettamente inutile, mentre il collegamento con la Briantea - garantito dal secondo - rappresenterebbe un'autentica boccata d'ossigeno per la viabilità comasca. Il dramma, invece, è che rischiamo di ritrovarci per anni con un bell'ottovolante che finisce in mezzo alla brughiera.
Emilio Frigerio
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