Pur dando atto a Palazzo Cernezzi di non essere stato con le mani in mano, tentando prima la via dello sgombero dell'area, quindi quello dell'innalzamento di barriere, il risultato è ben lungi dall'essere quello sperato. Delle due l'una, a questo punto: o il problema è irrisolvibile, oppure la strada intrapresa dal Comune non è quella giusta. «Non esistono problemi, ci sono soltanto soluzioni», diceva un premio Nobel per la letteratura. Se questo è vero, allora è lecito sospettare che l'amministrazione cittadina ha scelto finora strade inefficaci.
Manovrare la leva del comando è un privilegio che dovrebbe essere concesso solitamente a chi dimostra capacità oltre la media e a chi possiede doti strategiche che non si limitino a equazioni elementari, tipo: abusivi uguale lucchetto, clandestini uguale a retata. Soluzioni simili si sono già dimostrate inefficaci in uno degli storici condomini per abusivi e sbandati della città: la Ticosa. Di sicuro l'auspicato progetto di trasformare l'ex Baden Powell in un collegio a servizio dell'università suona come una possibile strategia, una via efficace per dare un colpo di spugna all'emergenza sicurezza ai lati della via Tommaso Grossi. Non potendo però dare per scontato una soluzione in tal senso - di promesse i comaschi ne hanno già digerite troppe, ma di fatti ne hanno visti pochissimi, quasi nessuno - sarebbe almeno auspicabile che in questa fase di emergenza i componenti dell'esecutivo cittadino, dove si manovra la leva del comando, evitassero di rimpallarsi la patata bollente. Perché ai cittadini non interessa sapere a quale assessorato tocchi intervenire, bensì vorrebbero vedere qualcuno agire. E farlo con una strategia, che impedisca al problema di spostarsi semplicemente altrove.
È fatto storicamente noto che vivere ai margini sia il modo migliore per scivolare verso l'illegalità. Continuare a nascondersi l'esistenza di una fetta di popolazione che, per scelta o per forza, cammina sul sottile filo di ciò che è lecito e di quello che non lo è, rischia di farci adagiare sulla scomoda poltrona della convivenza con un problema senza soluzione. Un Comune che ha scelto di chiudere i centri di accoglienza (vedi quello di Prestino), i quali sarebbero visti di buon occhio per primi dalle forze dell'ordine, che sanno quanto sia importante poter contare su una forma di controllo su coloro che si sono spinti ai margini, da un lato accontenta forse frettolosi slogan, ma dall'altro dimostra pure l'assenza di una strategia. Quell'assenza che da anni tiene in scacco la città con lo snervante gioco del Risiko delle aree degradate. Liberata la Ticosa, invasa la Baden Powell. Quando sarà liberata quest'ultima, a chi toccherà?
Paolo Moretti
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