Editoriali
Domenica 04 Settembre 2011
L'equilibrio instabile
di manovra e governo
di Alessandro Casarin
Unica modifica che giungerà in aula martedì 6 settembre, la cancellazione del prelievo di solidarietà sopra i novantamila miliardi.
Il resto? Ricordiamo solo alcune delle fantasie agostane: tassa sui patrimoni scudati, condono fiscale, esenzioni dal calcolo delle pensioni degli anni di laurea riscattati e del servizio militare, lo "scalone Maroni" nel sistema previdenziale. In alcuni casi è stato Silvio Berlusconi a bocciarli, in altri il ministro Giulio Tremonti: entrambi hanno agito di sponda sia dentro che fuori il loro partito. Il premier con Angelino Alfano (la tassa sui redditi medio alti), il superministro con Roberto Calderoli per non abolire il calcolo della laurea. Umberto Bossi (con Maurizio Sacconi) è stato invece irremovibile sul fronte pensioni: non si toccano.
Ecco, se "leggiamo" in profondità queste alleanze, ci tornano in mente quelle che negli anni della Prima Repubblica erano etichettate come "geometrie variabili". Accordi all'interno del corpo dei vari partiti che garantiscono una governabilità seppur precaria. Allora i Governi duravano un anno o poco più, ma salvo la stagione dell'unità nazionale, le legislature completavano il quinquennio.
Come sono nate queste "geometrie variabili"? Sicuramente il cavaliere ha cancellato il prelievo di solidarietà (voluto in parte sia nel Pdl sia nella Lega) testando, con i sondaggi, la pancia del suo elettorato. Idem sul rientro dei capitali scudati: mai questo blocco sociale (che certo non vota per Vendola o Di Pietro) gli avrebbe perdonato una tale scorrettezza. Infatti l'"accordo" non prevedeva la clausola di un nuovo prelievo, anzi la garanzia dell'anonimato fu la vera calamita dell'adesione.
Tremonti e la Lega invece hanno vinto (per ora) la partita sull'Iva. Qui il premier non ce l'ha fatta, l'asse Tremonti-Calderoli non poteva perdere questa sfida perché quel punto di percentuale equivale al tesoretto indispensabile per avviare l'anno prossimo il Federalismo fiscale.
L'opposizione non ha influito, il sindacato è diviso e uno sciopero della Cgil non fa tremare Palazzo Chigi.
Dunque come questa manovra, anche il Governo appare destinato a non mutare, a reggere sia alle divisioni interne sia all'impossibilità (numerica) delle opposizioni di sovvertire il quadro politico. Aggiungiamoci, nel breve periodo, l'indisponibilità (logica) del Pd a partecipare con Pdl e Lega alla cogestione dei tagli e dei sacrifici. Pier Luigi Bersani ha buon gioco a lasciare le forbici in mano al premier, al di là della propaganda sulla necessità di un cambio o di un Governo di larghe intese paventato da Pier Ferdinando Casini.
C'è una sola variabile sul percorso, difficile e tortuoso della maggioranza: la via giudiziaria. Il 16 settembre va in aula la richiesta di arresto di Marco Milanese, l'ex consigliere economico di Giulio Tremonti. Qui la Lega, salvo sorprese, ripeterà il suo "sì" come per Alfonso Papa. L'asse del Nord resisterà? Infine entro il 12 gennaio 2012 ci sarà la sentenza Mills? La prescrizione scatterà il giorno dopo, da questa risposta può dipendere il futuro di Silvio Berlusconi.
Alessandro Casarin
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