Sarà una coincidenza ma gran parte dei dirigenti comunali impastoiati nelle vicende poco edificanti che segnano il percorso di questa amministrazione hanno ricevuto encomi e prebende. Non vale neppure la pena di fare i nomi perché la responsabilità non è solo individuale. Anzi. Però se il premiato (per la precisione due volte) è colui che si è occupato dal maestoso cantiere delle paratie, quel Mose de' noantri che anziché separare le acque ha diviso la città dal lago può essere un accadimento. Si può anche sorvolare sul fatto che il soggetto in questione ha sempre trattato di asfalti (che tanto da noi vengono sempre male) per ritrovarsi poi proiettato sulla plancia della più grande opera pubblica cittadina degli ultimi trenta o forse quarant'anni.
Ma se anche una delle dirigenti fornite di box a un canone tanto equo da apparire iniquo rientra nell'elenco dei beneficiati (premi meritati per il lavoro svolto, nessuno lo dubita), allora anche nel cervello dell'ispettore Poirot potrebbero cominciare ad accendersi le lampadine delle coincidenze e degli indizi.
Si potrebbe aggiungere, tanto per caricare la briscola, la vocina maliziosa che gira nei corridoi sul Pgt (il piano regolatore di Como che di regole urbanistiche un po' meno allegre ha bisogno come l'aria) che sarebbe chiuso nel cassetto del segretario generale, Nunzio Fabiano, il manager che guadagna di più del presidente della Repubblica. Da qui il sistema Cernezzi, tante vicende con un denominatore comune: la mancanza di controlli e controllori.
Nessuno ha vigilato sull'epopea del cantiere sul lungolago che è scivolato nel caos mentre la scalinata passeggiava verso le acque anch'essa incontrollata.
Pare poi che nessuno abbia alzato un sopracciglio di fronte a quanto emerge dalle vicende (finora non smentite dagli interessati) sui box pubblici che alcuni funzionari addetti alla cura del patrimonio comunale (di cui i garage fanno parte) si sarebbero portati a casa a prezzi stracciati.
Beati loro che possono, direbbe qualcuno. E qui forse sta il nocciolo della vicenda. Perché al di là dell'eventuale danno erariale di cui si occuperà eventualmente la Corte di Conti nell'apposita sezione in via di allestimento dedicata alla vicende comasca, pesa e conta questa opportunità. Perché avrebbero potuto? Compiacenza, complicità, mancanza di controlli? Sarebbe opportuno che la città sapesse. Che i cittadini elettori fossero messi al corrente: il sistema Cernezzi è qualcosa di strutturato o è frutto del caso.
Nel calcio, oltre alle responsabilità dirette dei giocatori, vi sono quelle oggettive delle società. Che possono rischiare la retrocessione. Qui purtroppo, a scendere di categoria, è solo Como.
Francesco Angelini
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